Parliamo di politica, più o meno seriamente.

Dipende dal clima, siamo meteoropatici.

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Dipende dal clima, siamo meteoropatici.

Li abbiamo lasciati alle onde

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Duecento esseri umani, più di sessanta bare dentro un palasport e quaranta persone ancora disperse. Potevano essere salvati e invece si continua a morire nel mar Mediterraneo.
Dalle direttive del governo Conte I, in mancanza di una emergenza dichiarata, la difesa dei confini prevale sul dovere di soccorso.

La sera di sabato 25 febbraio un veicolo di Frontex – l’agenzia europea per il controllo delle frontiere esterne – avvistava un’unità di navigazione nel Mar Ionio, in buone condizione di galleggiabilità e che non mostrava segni di pericolo: sulla coperta era presente un solo uomo ma le telecamere termiche facevano intuire la presenza di altre persone sottocoperta.
Frontex invia quindi una segnalazione all’International Coordination Center – ICC – il cui organo competente per l’Italia è la Guardia di Finanza.

La Guardia di Finanza, ricevuta la segnalazione, nella notte di sabato è uscita in mare a cercare il target individuato da Frontex e, non trovandolo, è rientrata a causa delle condizioni meteo proibitive – condizioni che verranno in seguito smentite dai bollettini meteo-mare e dalla Guardia Costiera.

Perché la segnalazione di Frontex è stata classificata come evento di polizialaw enforcement – e non di ricerca e soccorso SAR? 


Questo perché per la giurisprudenza italiana, se una nave si trova in acque internazionali in assenza di un’emergenza dichiarata, la Guardia di Finanza conduce le operazioni finché queste non diventano operazioni SAR – Save and Rescue – consentendo solo in quella fase l’intervento dei soccorsi da parte della Guardia Costiera.

Questa “regola d’ingaggio” della Guardia Costiera fu definita e modificata durante il Governo Conte I con Giuseppe Conte Primo Ministro e Matteo Salvini al Ministero dell’Interno. Precedentemente a questa modifica, i limiti della Guardia Costiera sono sempre stati quelli della zona SAR ma con il governo Conte l’operativa della stessa è stata ridotta fino ad impedire di provvedere al soccorso fino alla dichiarazione dello stato di emergenza.

Foto di La Repubblica

Sulla tragedia di Crotone ciò che resta da chiarire, quindi, è perché non siano partite le procedure SAR e le conseguenti operazioni di soccorso?

Se la segnalazione di Frontex è avvenuta alle 23 e lo schianto del caicco delle 4 di mattina, perchè si è ritardato 5 ore per mandare i soccorsi?


Ma, per di più, perchè nessuno durante quella notte – e dopo la segnalazione di Frontex – non si ricorda che proprio nello stesso Mar Ionio era stato diramato ben due volte un evento SAR nella serata di venerdì e poi successivamente all’alba di sabato?

Potevamo salvarli invece li abbiamo lasciati alle onde.


Da giorni assistiamo ad un rimpallo di responsabilità: i vari Ministeri si accusano a vicenda e, contemporaneamente, accusano Frontex di non aver fatto presagire il pericolo. Dal canto suo Frontex replica verso le autorità nazionali richiamandole alla loro responsabilità di classificazione un evento SAR.

Il risultato di questo tennis di responsabilità è una nuova strage dentro il mar Mediterraneo. 


Un fallimento del sistema Europa che troppo spesso si concentra sulla protezione del confine scordandosi che dentro quegli scafi ci sono vite da salvare, e l’ennesima debolezza italiana di un Governo che non comprende la più semplice delle regole: le persone in balia del mare si salvano, sempre.

Ma, se non è la prima volta che succedono operazione controverse sulla questione dei migranti – ne avevamo parlato anche in un articolo su Salvini e Piantedosi appena formato il Governo Meloni – stavolta le immagini strazianti dei corpi sulle spiagge di Crotone e le decine di bare dentro il palasport non possono lasciarci indifferenti.

Eppure, il governo non ha sentito l’obbligo di manifestare vicinanza per quanto successo a Crotone.

Giorgia Meloni che si professa donna, madre e cristiana non ha sentito l’emergenza di manifestare solidarietà politica e umana per quanto successo. Ma neanche i suoi ministri, né Salvini né l’indifendibile Piantedosi, hanno espresso una parola di supporto e di sostegno. Piantedosi, addirittura, nelle occasioni nelle quali ha parlato ha dimostrato la sua totale inadeguatezza di Ministro dello Stato Italiano.

Ed ecco che, ancora una volta, è il nostro Presidente della Repubblica a portare il lutto per l’intera nazione e a testimoniare che lo Stato c’è, ci deve essere e deve fare di più: con fermezza, con umanità, con dignità e con rigore. 


Come Sergio Mattarella tra le bare di Crotone.

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