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Dipende dal clima, siamo meteoropatici.

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Piantedosi, ancora tu?

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Settimane di fuoco per il ministro dell’interno del governo Meloni.

Dopo la strage di Cutro che lo ha visto protagonista di affermazioni inqualificabili e prive di qualsiasi empatia umana e politica nei riguardi delle vite umane, torna agli onori della cronaca con un braccio di ferro sui diritti civili.

Una circolare del Prefetto di Milano, che ha interpellato il Ministro dell’Interno, impone lo stop al Comune di Milano delle trascrizioni dei certificati di nascita esteri dei figli nati da coppie omogenitoriali in Italia.

Questo stop impone a decine di migliaia di famiglie in Italia di non poter trascrivere i figli di coppie che si sono affidate alla gestazione per altri (consentita all’estero) oppure di due madri che si sono affidate alla procreazione medicalmente assistita che hanno partorito in Italia.

Sulla questione della procreazione medicalmente assistita sarebbe opportuno fare una riflessione di carattere generale. Infatti, la PMA in Italia è consentita soltanto per le coppie di sesso diverso impedendo, di fatto, non soltanto alle donne omosessuali ma anche alle donne single di poter accedere alla fecondazione assistita.

In maniera del tutto provocatoria si può quindi intuire di come lo Stato Italiano impedisca la scelta volontaria, e determinata, di una donna di diventare madre.
Se sei una donna single e vuoi diventare madre o ti trovi un compagno o resti incinta da un rapporto occasionale, perchè se è vero che per natura puoi diventare madre per lo Stato Italiano i servizi di PMA non fanno per te.

Tornando alle famiglie arcobaleno, il procedimento del Prefetto di Milano ha imposto al Sindaco Sala e alla sua Giunta a fermare le trascrizioni portando lo stesso Sindaco a dichiarare battaglia per questo riconoscimento dei diritti e delle tutele delle famiglie.

Quello che resta evidente da questi procedimenti e da questa miope ferocia è uno scollamento dalla realtà del ministro Piantedosi e del Governo Meloni.

Questo perché le famiglie omogenitoriali in Italia sono realtà: i bambini con due mamme e due papà vanno a scuola, giocano nei parchi e frequentano piscine e palestre.

Hanno una vita come tutti i bambini e le bambine di coppie eterosessuali ma senza le garanzie e tutele dei loro coetanei.

Il senso profondo di questo provvedimento è quello di non riconoscere l’esistenza di queste famiglie quando uno Stato, per essere definito tale, dovrebbe dimostrarsi a diritto e a tutela in primo luogo proprio dei bambini, di tutti i bambini.

La battaglia di queste famiglie è una battaglia di civiltà. E le famiglie arcobaleno non devono sentirsi sole, è una battaglia che combatteremo tutte e tutti insieme.

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