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Turismo tinto d’amaranto

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Il concetto di turismo nella nostra città di mare va inteso in maniera moderna, alternativa, con sfumature complesse che vanno oltre il concetto stesso del turismo classico della Toscana, regione meravigliosamente turistica e proprio su questo Livorno può esserne porta privilegiata e rappresentare la genuinità.

Casualmente sono incappato in questo vecchio articolo del 2013, scritto sempre su FCV e rileggendolo l’ho trovato ancora molto attuale, forse troppo, a oltre nove anni di distanza.

Ve lo ripropongo nella sua forma originale per riflettere sulla staticità di alcuni passaggi, complici anche le alternanze politiche alla guida della città con il mandato 5S che non è riuscito a far decollare le potenzialità di Livorno, pur modificando alcune dinamiche, e ancora una volta il nodo gordiano rimane Effetto Venezia, manifestazione che ancora soffre di alcune dinamiche labroniche, complesse e resistenti come la fauna di scoglio (e come poteva essere diversamente?).

Il concetto di turismo nella nostra città di mare va inteso in maniera moderna, alternativa, con sfumature complesse che vanno oltre il concetto stesso del turismo classico della Toscana, regione meravigliosamente turistica e proprio su questo Livorno può esserne porta privilegiata e rappresentare la genuinità.

Nessun menù turistico fuori dai ristoranti, vita reale insieme ai livornesi, mare spettacolare e facilmente fruibile, servizi di una città capoluogo di Provincia, eventi alternativi e vita notturna di livello (ma senza copiare in peggio il modello della costa romagnola ad esempio).

Una base di partenza comoda e più economica anche per le escursioni nelle altre città più rinomate, ma che non presentano le peculiarità di una città viva e vissuta come Livorno.

Qualche giorno fa ero in piena crisi, non avevo idea su come impostare questo articolo, ero in preda al tipico blocco dello scrittore senza neanche esserlo. Poi per lavoro vado a una riunione sulla cultura cittadina e arriva, inaspettata, la folgorazione…

Il turismo labronico.

Questo nuovo concetto, da molti invocato come la panacea di tutti i mali e uno dei possibili cardini di ripresa per il nostro martoriato territorio, dove le fabbriche hanno la tendenza al licenziamento e alla crisi occupazionale.

A parte il particolare che nella menzionata riunione eravamo in due ad avere meno di quaranta anni (il che la dice lunga sulla percezione di cultura in questa città), a un certo punto interviene un signore che fa notare come in Val Camonica in tutti gli alberghi venivano distribuiti dei depliant con tutte le iniziative della valle e proponeva (neanche a torto direi anche se le modalità andrebbero quanto meno attualizzate) di fare lo stesso nelle strutture ricettive cittadine.

BAM. Arriva la folgorazione…il concetto di turismo che questa città deve assolutamente EVITARE se vuole parlare di rilancio del settore terziario.

Parto da un concetto molto semplice, per chiarire subito il mio punto di partenza. Se Livorno avesse anche la minima intenzione di competere con Pisa, Lucca, Siena o Firenze per il turismo da cartolina, per la Toscana famosa nel mondo, potete stare pur sicuri che assisteremo a un fallimento di proporzioni bibliche, roba tipo Cisternino 2020 per intenderci…

Livorno ha enormi potenzialità turistiche, ma bisogna partire da un concetto di turismo di genere. La cucina, il mare non tradizionale, la facilità di fruibilità anche in termini di prezzi e un’enorme potenzialità fatta di eventi che potrebbe animare Livorno e renderla una meta ricercata.

Mi ricordo nei gloriosi anni della Fortezza Vecchia, l’enorme flusso di toscani che venivano a trascorrere un fine settimana a Livorno per approfittare del mare, della cucina tipica e di una stupenda nottata in una meravigliosa rocca medicea piena di vita e di divertimento.

Non voglio assolutamente rivendicare il ritorno di quella Fortezza Vecchia, un’era pionieristica che non potrà più tornare, ma mi piacerebbe far comprendere che Livorno ha un fascino magnetico agli occhi degli altri toscani e potrebbe imporsi senza problemi anche nel resto di questo paese a forma di scarpa (cit. Zen Circus).

Alcune scelte coraggiose e un indirizzo mirato dell’amministrazione potrebbe lanciare una nuova epoca per la nostra città, basterebbe avere il coraggio di scontrarsi un minimo con i famigerati COMITATI che terrorizzano la città con le loro raccolte di firme e affrontare il mercato attualmente un po’ selvaggio degli spettacoli e eventi artistici.

Festival ispirati alla buona cucina, sfruttamento della costa, eventi spettacolari di qualità possibilmente legati da un filo conduttore sensato (e non voglio parlare di Effetto Venezia, ho già dato parecchio per il momento su questo argomento), valorizzazione degli aspetti tipici della livornesità più accesa, della nostra storia e del nostro stile di vita, così unico e caratteristico da non farci sentire nemmeno veri toscani.

In questi giorni è uscito un documento del Comune di Livorno inerente proprio il turismo, con alcune indicazioni in questa direzione. Un paio di pagine ancora molto sui generis ma con una piccola apertura che lascia intendere una possibilità. Concetti sentiti anche in campagna elettorale sia dalla sponda PD che dai 5S.

Stiamo alla porta per vedere se almeno su alcuni punti condivisi l’Amministrazione (e anche l’opposizione perché no) riesca a realizzare i primi passi verso un orientamento che possa portare interesse verso una città che ha peculiarità tutte sue e enormi potenzialità, essendo praticamente vergine sul versante turistico.

In un’epoca in cui il turismo si è trasformato radicalmente in ogni suo aspetto, non occorre essere visionari per portare interesse verso Livorno, basta una visione moderna e concreta, senza eccessi ma con un obiettivo ben preciso.

Benvenuti nel nuovo millennio…

Mi piacerebbe tra dieci anni poter scrivere altre pagine sul turismo e lo sviluppo del terziario in salsa amaranto, che siano il giusto proseguimento di un processo di consolidamento di un percorso importante che valorizzi ancora di più Livorno, garantendo economie e posti di lavoro reali.

Mascagni Festival, Straborgo e Museo di Città stanno remando in questa direzione, poi arriverà anche Effetto Venezia, ancora indietro di qualche lunghezza…

Fonte Foto: Toscana Inside

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