Parliamo di politica, più o meno seriamente.

Dipende dal clima, siamo meteoropatici.

Parliamo di politica, più o meno seriamente.
Dipende dal clima, siamo meteoropatici.

Sette giorni in sette atti: una settimana di legislatura

Condividi

Facebook
Twitter
Telegram
WhatsApp

20 ottobre 2022, 25 giorni dopo le elezioni politiche, sette giorni dopo l’insediamento del nuovo Parlamento. Sette atti tra il serio e il faceto, in un crescendo di amarezza, per sintetizzare quanto accaduto nei primi sette giorni del nuovo parlamento.

La formazione del governo è ancora in alto mare, Berlusconi con il suo ultimo aggiornamento software è tornato al 2001 ed è in piena fase showman, mentre il nuovo Parlamento inizia a dare i primi segnali su quello che sarà l’indirizzo politico della XIX Legislatura. Proviamo a mettere in fila ciò che è successo dal 13 ottobre, giorno dell’insediamento del nuovo Parlamento, ad oggi. Sette giorni, sette atti.

Primo atto: Ignazio

I problemi legati alla scelta di La Russa come seconda carica dello Stato non sono né il fatto che di secondo nome faccia Benito, né che abbia svariati busti di LVI in casa (queste cose la aveva prima e le avrà anche dopo la carica). I problemi sono altri: la scorrettezza che ha già mostrato nei suoi incarichi di Vice Presidente, prima dell’uno e poi dell’altro ramo del Parlamento, e il suo essere estremamente poco incline a rappresentare chi non la pensa come lui (guardatevi il video di quando cita Pertini nel suo discorso di insediamento, ride della bella). Giovedì sera sono andato a letto dicendomi “Ok, il peggio è passato. Dopo La Russa possiamo solo migliorare”. Mi sbagliavo.

Atto secondo: i pizzini

Offese scritte in Times New Roman 78 e sventolate a favore di obiettivo. Silvio è talmente on fire che Pioli scansati. Poi si ricorda di avere 179 anni e quasi sviene nell’emiciclo. Mi sbagliavo davvero, questo è solo l’inizio.

Atto terzo: Lorenzo

Omofobo, antiabortista, putiniano convito, iNpiegato, terza carica dello Stato. Messo a confronto con Fontana, La Russa è quasi acqua fresca. Il neo presidente della camera ha detto che le magliette contro le sanzioni alla Russia indossate nel suo recente passato da parlamentare europeo erano, appunto, simbolo di posizioni passate. Poi però ha detto che le sanzioni contro Mosca sono un boomerang, vincendo così la medaglia d’oro della coerenza. 

Atto quarto: il weekend

Fa caldo, sembra sempre estate. Draghi va in giro per l’Europa, noi andiamo a cena con gli amici. Tutto come quando ci governavano i migliori.

Atto quinto: lunedì

Fatti i presidenti delle camere, si inizia a parlare di Governo. Ora, abbandonando per un attimo i toni scanzonati, personalmente ritenevo che l’elezione di La Russa e Fontana fossero un atto identitario, volto a indirizzare quelle che saranno le discussioni e l’ordine dei lavori di questa XIX legislatura. Credevo davvero che la partita del Governo sarebbe stata più mediata, razionale e istituzionale, in un’ottica di condivisione con il Presidente delle Repubblica e nel rispetto degli equilibri internazionali. In effetti, Silvio, che dopo un bilaterale con Salvini va nella sede di Fratelli d’Italia e ne esce abbracciato a Giorgia, andava in quella direzione. Ci siamo, mi sono detto, giovedì consultazioni unitarie. Ma sbagliavo di nuovo.

Atto sesto: Silvio

Dopo i pizzini, di nuovo il giorno di Silvio. In pieno stile Berlusconi ribalta la scrivania del Governo, se ne esce riabilitando Putin e dando la sua lista dei ministri. In Fratelli di Italia strabuzzano gli occhi, arrivano le smentite, il gioco delle parti per formare l’esecutivo assume dinamiche grottesche, che con i problemi del Paese hanno poco a che fare. I problemi sono (ancora) le poltrone.

Atto finale: Maurizio

Gasparri e l’aborto. Che alla fine è il vero motivo per cui sto scrivendo, l’unica cosa che di questo circo non mi ha fatto ridere neanche un po’. La prima mossa di Gasparri in questa legislatura è ripresentare, per la terza volta in tre legislature differenti, la seguente proposta: “Ogni essere umano ha la capacità giuridica fin dal momento del concepimento. I diritti patrimoniali che la legge riconosce a favore del concepito sono subordinati all’evento della nascita”.

Si tratta di una proposta che, se accolta, riconoscerebbe la capacità giuridica del concepito, e cioè renderebbe impossibile l’aborto volontario, introducendo la responsabilità penale per i medici che lo eseguissero.

Pochi giorni dopo le elezioni parlavo con un amico di destra. Mi chiedeva se vedevo un pericolo di deriva autoritaria per lo Stato italiano, e io gli ho risposto che no, non vedevo una deriva autoritaria come scenario possibile, bensì la mia preoccupazione più grande era la possibilità di un arretramento dal punto di vista dei diritti. Anche se i vari atti precedenti dimostrano come io mi sbagli spesso, ecco, forse su questo ci ho azzeccato: abbiamo cominciato con l’arretramento dei diritti, e nella maniera più vile. È il peggiore degli incubi possibili: battaglie che chi c’era prima ha combattuto e da cui sono nati diritti che noi giovani privilegiati abbiamo sempre visto come indissolubili, adesso vengono messe in discussione. 

Se questo è ciò che ci aspetta, l’unica cosa possibile è tornare a combattere per questi diritti, anche nelle piazze, e se le premesse son queste, dall’altra parte della barricata ci saranno anche i manganelli.

Ma sbaglierò anche stavolta, o almeno spero.   

Ultimi articoli