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“London Bridge is down”

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La controversa regina pop che ha cambiato i destini della monarchia.

Icona pop, ligia ai doveri della monarchia, Elisabetta II di Windsor ha cambiato il destino della corona inglese. La “regina per caso”, con i suoi settanta anni di regno, rappresenta senza dubbio una figura determinante delle dinamiche del secolo scorso. E adesso cosa potrebbe cambiare per il Regno Unito dopo la morte di Elisabetta?

Figlia di Giorgio VI, Elisabetta nacque terza in linea di successione al trono. Uno scandalo di corte e la prematura dipartita del padre portarono la “regina per caso” sul trono del Regno Unito all’età di 25 anni.
Nel 1936, suo zio Edoardo VIII fu incoronato re ma nel dicembre dello stesso anno decise di abdicare per amore dell’americana Wallis Simpson che il sovrano, come capo titolare della Chiesa d’Inghilterra, non poteva sposare in quanto divorziata dal primo marito e prossima al divorzio dal secondo. Lo scandalo del palazzo reale scosse la corona e su fratello Giorgio VI fu costretto, seppur riluttante, a salire al trono al posto del fratello.

E se da uno scandalo reale Elisabetta divenne regina, moltissimi furono i fardelli e le difficoltà che hanno caratterizzato il regno della sovrana, a partire dal matrimonio con Filippo che non è stato sicuramente dei più semplici.
Conosciuti a diciotto anni in un collegio navale, la famiglia reale si oppose fortemente al colpo di fulmine subito da Elisabetta per il giovane principe di Grecia e Danimarca, cresciuto dallo zio, senza un soldo e con un passato alle spalle decisamente complicato.
L’unione tra i due fu fortemente osteggiata da Giorgio VI e dalla regina ma vani furono i tentativi di far cambiare idea alla giovane Lilibeth.

Dalla loro unione nacquero quattro figli: Carlo, Anna, Andrea ed Edoardo.
Una delle primi crisi tra i neo-sposi Elisabetta e Filippo fu proprio relativa al cognome dei futuri eredi al trono. Filippo si definì “l’unico uomo non autorizzato a dare il proprio cognome ai figli” a seguito di una decisione del Privy Council che stabilì che il cognome dei discendenti reali sarebbe stato Windsor.
Per la prima volta, su decisione ferma di Elisabetta per salvaguardare il proprio matrimonio, il titolo di House of Windsor fu attribuito ai soli discendenti al trono mentre per gli altri esponenti reali il fu concesso il doppio cognome Mountbatten-Windsor.

L’arrivo di Diana Spencer nella famiglia reale rese incredibilmente popolare la monarchia e accelerò il processo di modernizzazione che Elisabetta aveva già intrapreso. La richiesta, inappellabile, di separazione dal figlio Carlo a seguito dell’intervista nella quale la giovane principessa dichiarava “affollato” il proprio matrimonio a causa della ingombrante presenza di Camilla, fu il punto zero di una serie di eventi privati che sconvolsero il suo regno.

La morte di Diana rappresentò un plastico momento di assoluta difficoltà del trono a reagire alle sollecitazioni del mondo esterno. Mentre un mondo intero piangeva la principessa, questo sentimento si scontrava con l’assoluto e assordante silenzio della casa reale rinchiusa a Balmoral insieme ai giovani William e Harry.
Una storia di rapporti travagliati che ha portato a precipitare la popolarità della Royal Family sotto l’immagine dell’amata e compianta Lady D.

E se il 1992 è stato l’annus horribilis per la corona, i successivi non furono migliori: le inchieste sulla morte di Diana, le accuse verso la corona per una responsabilità nella scomparsa della principessa fino alle più recenti disavventure dei nipoti che hanno visto concludere il prediletto nipote Harry alla separazione dalla famiglia reale con la moglie Meghan Markle.

Nonostante tutto questo, Elisabetta è stata una regina amata moltissimo dal suo popolo (e non solo). Estremamente popolare, sempre al passo con i tempi, ha sempre mantenuto un basso profilo, di estremo rispetto verso l’istituzione reale e a tutela del suo Paese.

Quello che i suoi cittadini riconoscono ad Elisabetta è il fatto di esserci sempre stata per il suo Paese, soprattutto nei momenti più difficili.
Dalla Seconda Guerra Mondiale al periodo del Covid durante il quale fu celebre il suo messaggio alla nazione nel periodo più buio della pandemia: “torneremo a riabbracciarci”.

Il suo stile, dai colori pastello e sempre impeccabile, è senza dubbio uno degli elementi che ha contraddistinto la figura pop della sovrana.
Protagonista di serie tv, copertine e album, sono moltissimi i ritratti memorabili della regina resi celebri da Warhol, Blake, Bansky, ma anche dalle star della musica compresa l’indimenticabile copertina di God Save The Queen dei Sex Pistols.

Ma oltre ad un popolo che piange la scomparsa della sovrana c’è un mondo intero che reagisce, nel bene o nel male, a questo evento.
L’indifferenza non sembra un sentimento possibile.

Se non possiamo conoscere quali saranno i destini della corona, geo-politicamente c’è solo un dato certo: senza Elisabetta è ancor meno scontato il mantenimento dell’attuale assetto del Regno Unito.
La Scozia, che scalpita per l’indipendenza fin dal referendum del 2014, a seguito della Brexit ha fatto sentire sempre più pressanti le sue esigenze. Una situazione incremento della tensione di indipendenza potrebbe esser presente anche dalla parte opposta del Canale di San Giorgio per l’Irlanda del Nord.

Sicuramente la successione di Carlo come re del Regno Unito non aiuta l’idea di unità nazionale.
Infatti, se il consenso all’istituzione monarchica oscilla tra il 60 e il 70% nel Regno Unito (45% in Scozia dai dati di Repubblica del maggio scorso), allo stesso modo la metà della popolazione ritiene il Principe Carlo, prossimo re, sia inadatto a ricoprire il ruolo di monarca.
La sua scarsa popolarità, legata ad una vita passata sui tabloid di tutto il mondo, è accentuata dall’imperdonabile vizio di rilasciare opinioni su qualsiasi argomento rischiando, a parere degli inglesi, di compromettere il compito istituzionale della corona di simboleggiare l’unità nazionale.

E se la tenuta delle case reali dipende dalla loro popolarità, appare chiaro a tutti noi che saranno giorni e anni bollenti per il Regno Unito.

Mentre noi osserviamo attenti, God Save The Queen.

La regina Elisabetta: SAMIR HUSSEIN/WIREIMAGE

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