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Visioni della Livorno che sarà – episodio 14

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Alcune proposte

La città di Livorno sta discutendo e preparando il nuovo Piano Operativo. E’ l’occasione per immaginare il futuro della città e avere diverse visioni di quel che sarà. L’avvocato Ruggero Morelli ha raccolto alcuni pensieri di concittadini appassionati e ce li ha inviati. Li racconteremo in questa rubrica, episodio dopo episodio. Ecco il quattordicesimo.

Livorno è ormai da diversi anni una città in decadenza. La popolazione è in diminuzione, molte industrie hanno chiuso, non ci sono opportunità di lavoro e molti giovani sono costretti a trasferirsi altrove o a fare i pendolari. Il problema fondamentale è quindi il lavoro e quasi tutte le mie proposte hanno lo scopo di promuovere lo sviluppo economico della nostra città.

Darsena Europa.

È l’investimento più importante. I finanziamenti ci sono, si tratta di agevolare quanto più possibile la realizzazione cercando di evitare ritardi. Bisogna pensare per tempo anche al coinvolgimento dei grandi operatori della logistica.

Collegamento ferroviario della DE.

Affinché il traffico di container alla Darsena Europa raggiunga livelli considerevoli, bisogna garantire un flusso di pari livello tra la Darsena e l’entroterra. Inoltre, sempre se si vogliono raggiungere livelli importanti, la Darsena non si deve limitare a servire un’utenza solo regionale, com’è oggi, ma anche nazionale se non addirittura internazionale. È indispensabile quindi la realizzazione di un collegamento ferroviario efficiente, senza il quale i grandi investimenti effettuati saranno poco utili.

Collegamento ad alta velocità con Firenze.

Oggi, per andare da Livorno a Firenze in treno ci vuole un’ora e mezzo che, essendo la distanza di circa 80 km, corrisponde a una velocità media di meno di 55 km/h, come i treni del terzo mondo. È un handicap inaccettabile per lo sviluppo economico. Persone e merci sono costrette a ricorrere al trasporto su gomma, aumentando i rischi e intasando le strade.

Autostrada Tirrenica.

È un’arteria fondamentale, che porta giovamento sia allo sviluppo economico della costa sud della Toscana, oggi praticamente isolata, sia alla grande viabilità nazionale, offrendo una alternativa all’A1 per i collegamenti nord-sud Italia. Oggi una interruzione della A1 taglia in due l’Italia.

Lotto zero.

Abbinato all’Autostrada Tirrenica, se pur con minore priorità, il Lotto zero consente di alleggerire il traffico sull’Aurelia a sud di Livorno, accrescendo la velocità di scorrimento e la sicurezza, e favorendo lo sviluppo turistico.

Eni.

Alla fine del prossimo anno gli impianti per la produzione dei carburanti verranno chiusi e molti posti di lavoro sono a rischio. L’Eni aveva fatto una prima proposta, che comportava un investimento di ben 250 milioni, per riconvertire la raffineria in un impianto per il trattamento industriale e il riciclaggio dei rifiuti. Livorno e Collesalvetti hanno tergiversato e il progetto è svanito. Ora si parla della realizzazione di una bioraffineria. Bisogna assolutamente che questa occasione non vada perduta.

Zona industriale.

Per il suo sviluppo Livorno deve puntare sulla reindustrializzazione. Sbaglia di grosso chi pensa di puntare sul turismo, stante l’improponibile concorrenza con le altre città d’arte toscane. Il Picchianti non è una zona industriale adeguata, va bene per le piccole imprese e per l’artigianato. Ci vuole una zona industriale più vasta, verosimilmente nella piana di Guasticce, e quindi da attrezzare e gestire insieme al comune di Collesalvetti. Il sindaco Salvetti ha candidamente confessato che tempo fa una industria intenzionata a installarsi a Livorno, gli aveva chiesto i terreni, che lui non è stato in grado di dare (sic!). Una tale circostanza non deve più ripetersi.

Ospedale e case della salute.

La sanità livornese è la Cenerentola di Toscana e se ancora è in questo stato la responsabilità è del Comune, che, prima con la giunta Cosimi e poi con quella Nogarin, non ha saputo individuare il luogo per costruire il nuovo ospedale. La giunta Salvetti finalmente ha indicato l’area della ex Pirelli. Scelta infelice, perché come noto, l’area ideale dove costruire un nuovo ospedale è sempre stata la periferia, in prossimità delle grandi vie di comunicazione (era così anche per il vecchio ospedale). Invece il nuovo ospedale nascerà in zona centrale, in spazi angusti e con gravi problemi di traffico. È amaro constatare come invece le aree migliori siano state destinate ai centri commerciali (Porta a Terra, Parco del Levante). Se fosse ancora possibile e non comportasse gravi ritardi, sceglierei un’area molto ampia e facilmente raggiungibile in zona sud, tra Salviano e la Leccia. Per le case della salute, che sembra abbiano già la copertura finanziaria, non bisogna commettere gli stessi errori dell’ospedale, individuando da subito le aree migliori, soprattutto con ampi spazi per i parcheggi, che dovrebbero essere grandi come quelli dei supermercati (via P. Impastato è l’esempio contrario).

Stazione marittima e ferroviaria.

Prenderei in considerazione anche la realizzazione di una stazione ferroviaria, se pur piccola, adiacente alla stazione marittima, per una integrazione con il traffico delle crociere, ma anche a uso dei locali. La vecchia stazione di S. Marco non è lontana e l’allacciamento dovrebbe essere possibile.

Rotatorie.

Sono state fatte numerose rotatorie, più o meno utili, ma non quelle che secondo me realmente servirebbero. Io ne farei una ai cimiteri della Misericordia e una all’incrocio tra viale Petrarca, viale Boccaccio e viale Mameli. Devono essere rotatorie grandi, almeno a due corsie, per mantenere il traffico fluido, essendo ubicate su direttrici di scorrimento. Temo però per la capacità di progettazione dei nostri uffici tecnici.

Termovalorizzatore.

Nonostante la raccolta differenziata li abbia ridotti, i rifiuti indifferenziati esistono ancora, e non si azzereranno mai. Per il loro smaltimento ci sono due soluzioni: o la discarica o il termovalorizzatore, con quest’ultimo nettamente da preferire. Il nostro è lì da anni e non inquina, come testimonia lo stato di salute della popolazione. La giunta Nogarin voleva chiuderlo e farci un pratino, ma anche la giunta attuale è orientata in tal senso. Sono scelte ideologiche e non tecniche. A Copenaghen hanno

recentemente costruito un termovalorizzatore enorme in centro città. Oggi sono allo studio impianti chimici per il trattamento dell’indifferenziata, che viene ridotta a un quantitativo minimo di residuo secco inerte da smaltire in discarica. La regione Toscana è interessata. In ogni caso il nostro termovalorizzatore non va chiuso se non dopo aver realizzato e avviato un impianto alternativo.

Terme del Corallo.

Sono assolutamente contrario a spendere soldi per il restauro delle terme del Corallo e per l’abbattimento del cavalcava ferrovia, che è costato un bel po’ di soldi pubblici. Livorno, in quanto a turismo, è sopraffatto dalla concorrenza delle altre città toscane. Se un turista decide di visitare la Toscana, prima va a Firenze, poi a Siena, poi a Pisa, poi a Lucca, poi a San Gimignano, ecc. e mai a Livorno. Il restauro delle terme non gli fa cambiare idea, neppure se dentro c’è qualche quadro degli Uffizi. I quadri, se ce li prestano, li possiamo esporre al museo cittadino in piazza del luogo Pio, più vicino al terminal crociere. Meglio spendere i soldi per risistemare il lungomare dalle baracchine fatiscenti (altro grave errore di progettazione) o per ripulire i fossi e la Venezia. Attirano di più i turisti.

Fonte foto: Silvia Cariello da Pixabay

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