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No Cabin Crew? No party. Anzi, non parti.

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L’estate sta entrando nel vivo, ma gli aeroporti sono nel caos. Ritardi, cancellazioni e disagi di ogni tipo sono da ricondurre alla crisi del personale di volo che ha colpito la maggior parte delle compagnie low cost. Ecco il punto di vista di un cabin service supervisor di Ryanair.

Hai il passaporto? Perché se per caso ti è scaduto, devi rinnovarlo e abiti a Livorno, il primo appuntamento disponibile è fra tre mesi, quindi quest’estate non parti.

Hai almeno 300 euro per un volo A/R? I voli davvero low cost sono un bellissimo ricordo del mondo pre-Covid. Se non hai una bella cifra, quest’estate non parti.

E anche se hai passaporto e soldi in tasca, non è comunque detto che tu quest’estate riesca a partire visto che gli aeroporti di tutta Europa sono nel caos: voli in ritardo, voli cancellati, code di ore ai gate, bagagli portati e lasciati dall’altra parte del continente.

Ho avuto la possibilità di parlare con un cabin service supervisor di Ryanair (il responsabile della crew di bordo e responsabile della sicurezza sull’aereo una volta che i piloti hanno chiuso la porta della cabina), di stanza all’aeroporto inglese di Stansted per cercare di capire i motivi di questo delirio.

Nello specifico, per la situazione inglese le problematiche relative al personale vanno ricercate nella gestione da parte del settore del trasporto aereo dei mesi di lockdown e dai problemi causati dalla Brexit.

Il lavoro della cabin crew non è uno di quelli che danno accesso al visto di lavoro UK. Questo, in un settore zeppo di giovani provenienti da tutta Europa in cerca di un’esperienza per migliorare la lingua, ha creato non pochi problemi, soprattutto per coprire i picchi estivi.

Ryanair ha avviato una massiccia campagna di reclutamento di giovani britannici nell’estate 2021, che purtroppo ha avuto risultati terribili visto che la gran parte dei neo assunti nel tempo di un ciclo di luna si era già dimessa per i ritmi di lavoro insostenibili (già, com’era la storia che i giovani italiani non hanno voglia di lavorare?)

Nei difficilissimi primi mesi del 2020, in cui tutti eravamo chiusi in casa, per ovvie ragioni gli aerei erano a terra e in Inghilterra le union sindacali, per evitare licenziamenti di massa, hanno concordato con Ryanair una riduzione degli stipendi per tutti gli operatori del trasporto aereo sino alla fine del 2023.

Tale riduzione è una percentuale di quanto percepito prima dello scoppio della pandemia, con un’aliquota che scende in funzione del ruolo ricoperto a bordo (i piloti hanno un’aliquota di riduzione più alta dei cabin service supervisor, che la hanno a loro volta più alta rispetto ai semplici membri della crew). Molti dipendenti hanno firmato, altri hanno preferito trovare soluzioni diverse riducendo ancora la forza lavoro disponibile. E qual è il risultato?

Disagi e passeggeri in attesa a Fiumicino (fonte: giornalidisicilia.it)

L’estate 2022 è la prima a pieno regime nel post Covid/Brexit. Ci sono più voli rispetto all’estate 2019, le persone hanno più voglia di muoversi, di volare, di andare finalmente in ferie, ma il personale di bordo per gestire questo flusso di persone non c’è, e chi è rimasto è al limite delle forze.

Le schedule di lavoro di Ryanair prevedono settimane da 8 giorni, 5 di lavoro e 3 di recupero, ed un numero massimo di ore di volo da poter sostenere. Nell’estate 2022 questo schema è saltato, sia nei giorni di recupero che nelle ore di volo, anche perché a questi ritmi un problema su un volo ha ricadute a catena su tutti i voli successivi. Le schedule saltano, i recuperi saltano, i voli saltano.

Un dato significativo del ritmo di lavoro delle crew è il ritardo “concesso” dalla compagnia: nel mondo pre-Covid al primo ritardo nel presentarsi a lavoro eri subito a rischio posto, ora se ritardi anche per due o tre volte nel tuo primo mese da dipendente nessuno dice niente.

Ryanair, per far fronte a queste problematiche di personale, ha intavolato una trattativa per il rinnovo contrattuale per i membri “semplici” della crew, prontamente rifiutata dalle union. Tale proposta prevedeva a fronte di un aumento del fisso una diminuzione della paga oraria delle ore di volo, vero motore dello stipendio di un assistente di volo. Se qualcuno se lo chiedesse, le ore passate in aeroporto tra il volo di andata e quello di ritorno, così come le ore di trasferimento ovviamente non fanno montante.

In Italia e in Spagna sono già previsti scioperi lungo tutta la stagione estiva, e anche in UK ne stanno parlando.

Quindi, cari vacanzieri, quest’anno oltre che di passaporto e soldi in tasca ci sarà anche bisogno di una buona dose di pazienza… no cabin crew? No party.

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