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Le edicole non moriranno edicole

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Mentre la maggior parte delle edicole cittadine, e non solo, cade, Louis Vuitton ridisegna quelle veneziane per la Biennale di Architettura.

Nei giorni scorsi le home dei social sono state intasate dalla notizia dell’ultima ora: in occasione della Biennale di Architettura, Louis Vuitton ha presentato un progetto di restauro delle edicole più antiche della città per ospitare la collezione Travel Book della maison francese.

Consapevole del valore culturale che le edicole continuano ad avere in tutte le città in cui sono ancora presenti, il colosso della moda in collaborazione con il Comune di Venezia ha deciso di restaurare le edicole più storiche della città che dal 20 aprile, in contemporanea alla Biennale di Venezia, ospitano la collezione completa dei volumi di Louis Vuitton (Travel Books, Fashion Eyes e City Guides), facendo così delle edicole dei luoghi di aggregazione e di cultura.

Questo apre a una riflessione sul modo di concepire questi posti magici che, sempre più spesso (purtroppo), vedono nella chiusura l’unica soluzione ai debiti, all’evoluzione della società e alla refrattarietà all’acquisto del cartaceo piuttosto che all’abbonamento digitale.

Questa riflessione ha sicuramente sollecitato anche i “piani alti” dell’editoria toscana che hanno visto come “unico” sbocco alla crisi quello di una partecipazione alle attività anagrafiche e cittadine: è della settimana scorsa, infatti, la notizia che, a seguito di un Protocollo d’intesa sottoscritto da anci, fieg e dai sindacati dei rivenditori di giornali, gli stessi svolgeranno anche servizi anagrafici decentrati per il rilascio di certificati comunali aumentando così, a loro dire, le occasioni per i cittadini di entrare in contatto con i giornali.

Rimane quindi da chiedersi se, come pensano gli stessi rivenditori, sia l’occasione di contatto il modo migliore per far acquistare giornali e riviste, oppure se, seguendo l’avanguardia franco-veneziana (in realtà già calata, seppur rivista, in molti contesti italiani: eclatante il caso della perugina Edicola 518) possa essere ripensato il modo di interagire con i quotidiani, favorendo, perché no, nuove opportunità di incontro.

Sono numerosi, se si cerca sul web, i progetti, i concorsi, le idee, bandite dai vari comuni della Penisola, tesi al rilancio di questi “presidi di socialità”: dal supporto alla mobilità sostenibile, fino al marketing e rilancio territoriale, al food&beverage, al punto informazioni o nella già sperimentata, almeno nella nostra città, boutique dei fiori.

La sfida, come si legge nei vari bandi pubblicati, è quella di ripensare l’edicola affinché questa possa continuare a esistere in futuro. Le edicole non moriranno edicole, ma bisogna allargare l’offerta e riconvertire i chioschi in punti di vendita diversi, creando un nuovo profilo che recuperi e non snaturi la sua esistenza, puntando su un suo nuovo ruolo che diventi primario nella socialità-società dei quartieri.

Che sia una “lunga” fila per chiedere lo spid o per prendere un appuntamento per il rinnovo della carta d’identità il modo per rivalutare, ripensare e supportare le edicole? Io non credo.

Vedremo, magari con un prossimo articolo, come questo ricadrà nella nostra città.

Ad maiora.

Fonte foto: Leonardo Pellegrino

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