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Modern Mums: il vero mito siamo noi!

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Quale occasione migliore, se non quella della Festa della Mamma, per parlare di Maternità, figli e lavoro? Ecco il racconto di Martina Caluri, mamma e imprenditrice a tempo pieno.

Quest’anno compio 10 anni di maternità: un bel traguardo per me che non sono esattamente quella che si definisce la mamma italiana. Poche giuggiole e tanta sostanza, ci sono nei momenti giusti, ecco.

E proprio oggi mi sembra l’occasione giusta per parlare di maternità.

Non mi sono mai sentita bene nel ruolo che mi avevano affibbiato una volta nato mio figlio e oggi vorrei che tutte quelle donne che si sentono inadeguate sappiano di non essere sole.

Rientro in quell’un per cento di madri senza tette (ebbene sì nemmeno la gravidanza mi ha dato una gioia), che non ha versato una lacrima in nove mesi se non per ridere a crepapelle.

Non mi sono sentita un attimo in colpa quando ho deciso di smettere di provare ad allattare per salvarmi dal baratro e mio figlio, nonostante le maledizioni degli altri, visto che ero una madre snaturata, per tutta risposta non si è ammalato quasi mai, anche se quei fantomatici anticorpi materni mancanti lo avrebbero dovuto condannare a una salute non proprio di ferro.

Non ho praticamente mai smesso di lavorare e quando aveva 5 mesi mi sono messa in testa che io esistevo lo stesso, con il mio nome e cognome e non solo come mamma di qualcuno. Quindi ho rilanciato la mia attività e lavorato come una matta, mentre lui cresceva accudito da una squadra di vivaci e infaticabili nonni e nel frattempo, pensate un po’, mi sono anche separata.

Non è stato tutto semplice e indolore, sarei una sciocca a dirlo, ma oggi ho due aziende avviate e un omino di 10 anni sereno, che sa adattarsi alle persone e alle situazioni con rispetto e gentilezza.

Come ho fatto? Ho improvvisato e agito di pancia, perché non esiste un modo giusto o sbagliato, basta solo esserci e farlo nel modo più genuino possibile.

Avere un figlio non è una passeggiata, perché tieni in mano quell’arco e devi scoccare quella freccia in modo misurato e preciso mentre la tua vita scorre e richiede attenzioni e tutti ti dicono come fare a mirare dritto: il vento è dietro l’angolo e potrebbe deviare la traiettoria. Ma mica te lo dicono, lo impari.

La cosa importante è conoscerlo, tuo figlio e fare in modo che lui conosca te, pregi e soprattutto difetti, così potrà passarti le chiavi quando le hai dimenticate per l’ennesima volta prima di uscire e aiutarti con le borse della spesa quando ti stai sforzando di sollevare 90 kili con un braccio solo.

Ecco, in occasione della festa della mamma, volevo proprio celebrare la maternità sgangherata: quella che esiste anche se non si dice e che ti fa sentire bene lo stesso, anche se sei tremendamente imperfetta.

Quindi occupo ancora qualche riga per dirvi: non sentitevi inadeguate se non avete scelto l’eterno sacrificio materno o se vi barcamenate in modo sconclusionato per tirare avanti la baracca.

Il mito della mamma del Mulino Bianco o della Barilla, a parte essere noioso e discriminatorio, è vero solo nelle pubblicità, perché quando arrivate a casa la sera non siete né truccate né felici di mettere in tavola prelibatezze con il frigo che fa eco.

Diamoci pace e facciamo quello che possiamo senza sacrificare sogni e aperitivi.

Buona festa della Mamma a tutte!

Fonte foto: Iperattiva.net

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