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A caccia di plastica: le avventure di Carola e Polly per l’Europa

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Quattro chiacchiere con Carola Farci, insegnante cagliaritana che ha messo tutto in pausa per girare l’Europa e raccogliere plastica insieme alla sua canina Polly.

Si stima che ogni anno 570 mila tonnellate di plastica finiscano nelle acque del Mediterraneo. Mari e oceani del nostro pianeta sono così inquinati che una recente previsione fissa al 2050 l’anno in cui ogni uccello marino sulla faccia della terra avrà ingerito plastica almeno una volta.

Personalmente, comprare meno plastica mi fa sentire meglio. Nel momento esatto in cui scelgo di usare la coppetta mestruale al posto dei classici assorbenti, ad esempio, mi sento come se quella di alleggerire il mio peso sul pianeta fosse una necessità egoistica e non globale.

Carola Farci, un’insegnante di lettere che ha preso un anno sabbatico per girare e pulire l’Europa con la sua labrador nera Polly, è stata spinta da qualcosa di simile.

“Sono una grande appassionata di immersioni e non riuscivo più a sostenere il peso dello squallore che trovavo sott’acqua: reti, copertoni, plastica di ogni tipo. Mi sono accorta che mi stavo immergendo più per il bisogno impellente di pulire, che per osservare pesci e coralli. Ci stavo male, ci ripensavo la sera prima di dormire. Dovevo iniziare a dedicare davvero del tempo a questa attività.”

Quindi nasce da qui l’idea di organizzare un viaggio per l’Europa pulendo le spiagge?

“Sì, da un bisogno assolutamente personale. Non mi bastava più pulire la spiaggia vicino casa o recuperare qualche rete durante le immersioni. Avevo bisogno di un impegno più profondo. Però la decisione di partire è nata in pochi giorni, non ho organizzato praticamente nulla. Ovviamente la costruzione di una coscienza ecologista viene da più lontano, ma l’idea dell’anno sabbatico è stata impulsiva.”

Sei in giro da oltre cinque mesi, dove ti trovi adesso?

“Da un paio di giorni mi trovo in Montenegro, prima ero in Albania e ti dico che per il momento quello è stato il posto più sporco e più difficoltoso da pulire che abbia trovato finora: ci sono pochi cassonetti e non vengono quasi mai svuotati, cosa che non ho riscontrato in Grecia o in Turchia, o comunque non a questi livelli.”

Forse è inutile chiederlo perché la risposta la sappiamo già, ma è bene ribadirlo: che tipo di rifiuti trovi solitamente?

“Plastica, plastica, plastica e ancora plastica. Anche qualche lattina, a volte vetro, ma al 90% plastica in tutte le sue forme.”

Tutto questo schifo non lo raccogli solo in spiaggia. Se creassimo una mappa dei tuoi spostamenti ci accorgeremmo che una parte avviene nell’entroterra. Questa potrebbe sembrare una contraddizione rispetto allo stimolo di partenza, ma in realtà…

“… non lo è affatto. Spesso non ci si pensa, ma tutti i rifiuti del mondo, ovunque si trovino, prima o poi finiranno in mare. Trasportati dal vento o dal corso dei fiumi, il mare sarà sempre la loro ultima destinazione. Pulire delle canalette in aperta campagna nell’entroterra della Bulgaria è, seppur indirettamente, pulire il mare.”

Giusto. Hai già attraversato diversi paesi, il tuo grand tour a caccia di plastica ti porta quindi anche a scontrarti con popoli che immagino abbiano diversi approcci alla questione ecologista

“…quando un approccio c’è. Ho visitato paesi dove, ad esempio, non viene fatta la differenziata e dove quindi l’utilità del mio lavoro era molto ridimensionata. Mi è capitato di dover spiegare che quello che stavo raccogliendo non lo avrei poi venduto né me lo sarei tenuto, ma lo stavo semplicemente smaltendo. In Albania sono stata anche fisicamente aggredita da persone che non capivano proprio cosa stessi facendo e perché.”

In questi casi Polly ti fa anche da guardia del corpo, oltre che da compagna di viaggio? Com’è girare l’Europa con una giovane labrador?

Polly è una compagna eccezionale, ma affidarle la mia sicurezza sarebbe un po’ azzardato, è una bonacciona! Tutto il mio viaggio ruota intorno a lei. Alla partenza il mio bagaglio consisteva in una scorta gigante di croccantini e nel suo libretto vaccinale (che nessuno mi ha mai chiesto, peraltro) e non faccio mai percorsi da più di due ore di auto. Anche le sistemazioni per la notte ruotano intorno alla sua presenza. Viaggiare con un cane è bello, ma spesso complicato.”

Questo punto è interessante: dove alloggi di solito?

Per soggiornare utilizzo essenzialmente due piattaforme, Workaway e Couchsurfing, ma preferisco di gran lunga la prima, attraverso la quale, in cambio di circa cinque ore di lavoro al giorno, ho vitto e alloggio e posso permettermi soggiorni più lunghi. Per essere sicura scelgo sistemazioni super recensite e devo dire che mi sto trovando molto bene.”

Questo modo di viaggiare permette di contenere i costi. Immagino però che il recente rincaro della benzina non stia aiutando. Tu infatti ti muovi in macchina e con una macchina particolare…

La polpomobile, sì, non passo certamente inosservata! L’ha dipinta una amica grafica, Canaria, con tutto quello che la faceva pensare a me: animali marini, pesci, onde… E sì, il rincaro della benzina probabilmente mi farà cambiare o ridurre almeno parzialmente l’itinerario.”

Lasciamoci con qualche numero, per quanto sconfortante. Il tuo indispensabile alleato (oltre a Polly, chiaramente) è un pesa valige portatile che utilizzi per quantificare le raccolte. Quanta plastica hai recuperato fino ad oggi?

“Troppa. Da quando sono partita ho eseguito almeno una pulizia al giorno e in 172 giorni ho raccolto circa due tonnellate di rifiuti. Un vero disastro.”

Ogni anno in mare viene gettato in un minuto l’equivalente di 33.800 bottigliette di plastica. Per leggere questa intervista avete impiegato circa cinque minuti. I conti sono presto fatti.

Seguite Carola e Polly e restate aggiornati sul loro viaggio attraverso l’account Instagram @ecoprof.travel.

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