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Questo non è un hamburger 

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Il cambiamento climatico, considerato la maggiore sfida dell’umanità nel 21esimo secolo, è causato da una serie di fattori tra cui le emissioni di gas serra. Su base annua, gli allevamenti di animali rappresentano oltre il 14% delle emissioni.

Nonostante la poca attenzione che ancora riceve, il cambiamento climatico è una delle maggiori sfide dell’umanità nel 21esimo secolo. Le emissioni di gas serra sono uno tra i tanti fattori che contribuiscono al riscaldamento globale. Le emissioni sono causate da una miriade di attività tra cui gli allevamenti di animali. Su base annua, la FAO (Food and Agriculture Organization of the United Nations) stima che il 14.5% delle emissioni totali provenga proprio dagli allevamenti di animali, al netto di pesticidi e lavorazioni.

Nel 2010, Patrick O. Brown, professore di biochimica di Stanford, ha cercato di aumentare la consapevolezza nell’ambito accademico sul problema delle emissioni causate dagli allevamenti intensivi organizzando una grande conferenza. Non ricevendo la risposta aspettata, ha deciso di contribuire alla soluzione fondando nel 2011 Impossible Foods.

Impossible Foods, basata a Redwood City, California, è un’azienda che produce prodotti molto simili a quelli animali ma che sono composti di soli prodotti vegetali. Ad oggi, produce hamburger, macinato, polpette, crocchette di pollo e salsicce vegani. L’impossible Meat può essere trovata in una moltitudine di ristoranti, tra cui Burger King, dove è utilizzato nelle Impossible Whoppers.

Specialmente se accompagnati da salse o utilizzati insieme a altri ingredienti, questi prodotti assomigliano davvero molto a quelli di origine animale, provare per credere.

L’impossible Burger, primo prodotto della compagnia, ha debuttato nel 2016. A partire dal luglio 2020, dopo essere stato utilizzato solo in ristoranti e fast foods, l’Impossible Burger e’ diventato disponibile anche nei supermercati americani come Trader Joe’s e Walmart.

L’azienda sostiene che l’Impossible Burger contenga una quantità di ferro e proteine comparabile a un hamburger di manzo, che abbia 0 mg di colesterolo, 14 grammi di grassi, 8 grammi di grassi saturati e 240 calorie contro gli 80 mg di colesterolo, 23 grammi di grassi, 9 grammi di grassi saturi e 290 calorie di un hamburger di carne.

E inoltre, che la produzione dell’Impossible Burger riduca del 96% l’utilizzo di terra, dell’87% l’utilizzo di acqua e del 89% le emissioni di gas serra.

Per quanto riguarda la sua composizione, l’Impossible burger e’ fatto principalmente da proteine vegetali, olio di girasole, olio di cocco e eme. L’eme è una molecola che da al sangue il colore rosso ed è in larga parte responsabile dei comportamenti della carne. L’eme si trova nel tessuto muscolare degli animali ma anche in tutti gli organismi viventi, in particolare nelle piante azotofissatrici e nei legumi. L’eme trovato nelle piante e’ uguale a quello trovato nella carne.

Per produrre eme in grande quantità, Impossible Foods ha selezionato la molecola di leghemoglobina di soia, una proteina che contiene eme e che può essere trovata trovata naturalmente nelle radici delle piante di soia e ha ingegnerizzato un lievito per farla fermentare.

Nel 2018, la Food and Drug Administration (FDA) Statunitense ha riconosciuto la leghemoglobina come sicura da mangiare, autorizzando i ristoranti a venderla come prodotto cotto. Il 4 settembre 2019 l’FDA ha accettato la leghemoglobina come sicura come colorante per prodotti non cotti, aprendo così la strada alla vendita degli Impossible Foods nei supermercati.

Il comportamento del grasso animale è replicato utilizzando un mix di olio di cocco, grano macinato e proteina di patate: la proteina di patate da l’effetto croccante di quando la carne è cotta a alta temperatura, l’olio di cocco rimane solito fino a quando viene scaldato, sciogliendosi in un modo simile al grasso.

Per quanto riguarda i costi, al momento il macinato di Impossible Foods costa circa 4 dollari in più al kilo rispetto al macinato di carne biologico.

Nonostante siano largamente venduti nei supermercati Statunitensi, al momento gli Impossible Foods non possono ancora essere venduti in Europa. Infatti, nel 2019, Impossible Foods ha sottomesso la richiesta di approvazione per l’utilizzo di leghemoglobina alla European Food Safety Authority (EFSA) ma non ha ancora ricevuto l’approvazione, la quale, leggendo sul sito dell’EFSA, dovrà arrivare entro il 23 Ottobre 2022.

Può quindi questa carne vegetale contribuire a rallentare il cambiamento climatico? Sicuramente può dare un grande contributo alla riduzione delle emissioni di gas serra, tuttavia alcuni obiettano che non andrebbero promosse pratiche per ottenere Organismi Geneticamente Modificati (in questo caso il lievito è ingegnerizzato) e che una grande produzione di soia OGM presenta gli stessi problemi legati alle monoculture, all’utilizzo di pesticidi e alla biodiversità che la soia non-OGM presenta.

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