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Migliaia di eventi, uno spettatore per ognuno

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Siamo sicuri che tutti questi eventi porteranno pubblico sotto il palco come si pensava durante il lockdown?

Dopo oltre due anni di restrizioni dovute alla ormai nota pandemia da Covid 19, la prossima estate si appresta a diventare probabilmente la stagione con più eventi live della storia della Seconda Repubblica.

Tutti gli artisti si sono preparati per l’uscita dei propri lavori e dei relativi tour in concomitanza con quella che sembra un libera tutti dalle varie restrizioni esistenti, anche se attualmente molto confuse, tanto che diversi artisti hanno ulteriormente rimandato le date live dalla primavera all’estate.

Ci prepariamo quindi a una scorpacciata di grandi eventi dal vivo che nemmeno i favolosi anni 60/70 hanno mai potuto nemmeno sognare, una ripartenza culturale che farebbe invidia al miglior mecenate rinascimentale. Roba da far rabbrividire la Belle Epoque insomma.

Ma nessuno sembra abbia fatto i conti con l’oste, il famigerato Pubblico Pagante, che nel frattempo sembra sia assuefatto da abbonamenti a qualsiasi piattaforma televisiva o dalla semplice maratona Mentana per qualsiasi evento che porti terrore e disagio di vivere.

Primo campanello d’allarme è stato lanciato dal settore cinema che registra un calo di presenze decisamente importante. Figuriamoci cosa potrà accadere con la musica.

Due anni di isolamento forzato hanno modificato radicalmente la percezione del concetto stesso di spettacolo, tanto che a parte Blanco (che ha registrato vendite che in era precovid erano solo di Ultimo, non a caso a mio avviso, ma ne parleremo magari in un’altra occasione), praticamente tutti gli artisti registrano prevendite ai minimi storici, con un andamento da gruppi appena emergenti, con un divario abissale tra visualizzazioni e biglietti acquistati (perché guardare un video non è la stessa cosa di andare a un concerto e prima questo concetto verrà appreso da tutti, meglio riusciremo a far quadrare i conti).

Sicuramente la collezione di tagliandi che molti appassionati hanno sulla propria scrivania, con date che oscillano dal 2020 al 2021, non aiuta a spendere ulteriori risorse per acquistare carta stampata con il logo della propria band del cuore, col rischio di aumentare la suddetta collezione, senza esserci potuti andare veramente.

Ma non è solo questo.

I giovani (quelli veri, intendo under 20/25), principali divoratori di musica, non si sono potuti formare bramando il concerto del proprio idolo del momento, che in età adolescenziale varia al ritmo delle foglie gialle in autunno.

Si sono barcamenati tra il fedelissimo cellulare e i profili social sempre più ristretti, con profili che hanno ghettizzato ulteriormente la socialità di una intera generazione di ragazzi, abituati a stare esclusivamente all’interno della propria bolla digitale, che influenza direttamente quella sociale. Le conoscenze si fanno prima via social e poi di persona (forse).

In questa dinamica social, la musica diventa fugace come un video di Khaby Lame, non si riesce nemmeno ad annunciare un tour che va immediatamente sold out per chi è lanciatissimo (come Blanco appunto) mentre gli altri restano nell’ombra e arrancano fino all’esplosione momentanea del prossimo idolo del mese.

Ad esempio in rete si trovano in vendita diversi biglietti dei concerti di Ultimo andati sold out nel 2020 e adesso riprogrammati. Quindi chi aveva fatto le corse per acquistare i biglietti due anni fa, adesso cerca di vendere prima possibile, senza averlo nemmeno mai visto.

Se si aggiunge che il pubblico più maturo al contrario risente ancora del long covid e rinuncia volentieri ad eventi affollati o presunti tali, ancora terrorizzato dalla vicinanza di altre persone, il quadro inizia a delinearsi nella sua totalità.

Sicuramente mi prenderò un bel palo in faccia (me lo auguro, NdR) e il pubblico andrà a frotte ai concerti comprando i biglietti il giorno stesso, come nei meravigliosi anni 90…in caso contrario la prossima estate vedremo moltissimi concerti intimi, talmente intimi da poter mantenere ancora una volta il distanziamento sociale…

Foto presa da FB di Cortomuso, fatte dal fotografo Sebastano Bongi Tomà, in arte Ramingo

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