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Cosa può imparare Livorno dal Portogallo

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Sono un livornese semplice: quando vado in vacanza penso alle cose belle che vedo e a come potrebbero essere riproposte a Livorno. E’ un mio difetto, lo riconosco, frutto della mia indole livornocentrica: nei pochi giorni passati tra Lisbona e l’Algarve ho preso alcuni appunti.

MERCATO: anche se penso che il Mercato delle Vettovaglie di Livorno debba prendere più spunto dal Mercato Centrale di Firenze, anche quello di Lisbona va nel senso turistico. Nonostante si sviluppi completamente sul piano terra, la parte centrale è composta da un open space arredato con stile industriale con tavoli liberi e wi-fi a servizio dei diversi banchetti che si affacciano ed intenti a preparare specialità locali: aringhe, sardine, le pasteis de bacalhau (tipiche polpette fritte di baccalà), dolci tipici come le pasteis de nata, lattine (i portoghesi hanno un’affinità particolare per gli inscatolati) e molte altre pietanze locali. Ai lati della struttura invece c’è il mercato “classico”: macellerie, pescivendoli, frutta e verdura. Anche se il nostro mercato ha un bacino d’utenza decisamente diverso da quello di una capitale come Lisbona o di una città del calibro di Firenze, penso che uno sforzo più convinto in questa direzione debba essere fatto, anche alla luce dell’effettiva bellezza della nostra struttura.

CASTELLI E MONUMENTI: ci risiamo, come al solito all’estero attorno ad una pietra ci viene costruito un piccolo impero turistico. E così che castelli, fari e rocche sparse sulla costa lusitana e a Lisbona diventano attrazioni nominate su carte e indicate dalla segnaletica. La maggioranza non è neanche gratuita anche se i biglietti costano pochi euro: fin troppo semplice dire che lasciare al suo destino la Fortezza Nuova per sfruttare soltanto il pratone un paio di volte all’anno è delittuoso.

RISTORAZIONE E PERNOTTAMENTO: l’accoglienza turistica è molto buona, soprattutto considerando il fatto che i portoghesi sono un popolo latino come noi (e non raggiungeremo mai la chiarezza e la precisione dei crucchi e degli atri popoli del nord). Il cibo è davvero economico, e si mangia pesce fresco con 25 euro a persona scegliendo dalla carta: così come i romagnoli in Italia (e pare che lo abbiano capito soltanto loro) anche i portoghesi sanno che il turista non va spennato a tavola ma va portato a spendere il più possibile in tutta la vacanza ed un po per volta. A tal proposito infatti, i pernottamenti sono economici ma non troppo (se non si sta in ostello si va da 15 a 25 euro a notte) anche se la capacità di accoglienza è molto ampia. Credo che su questo dovremmo migliorare davvero tanto, probabilmente in un rapporto diverso con le associazioni di categoria dei ristoratori: il rapporto qualità/prezzo dei nostri locali non sempre invoglia il turista e spessissimo neanche i livornesi. Non è sufficiente neanche l’iniziativa che pure apprezzo del Cacciucco Pride.

SPIAGGE: il litorale lusitano ha diverse calette molto rinomate ma molto simili a Calafuria o Cala del Leone (al netto della sabbia di conchiglie invece che dei nostri sassi) e spiagge. E nessuna di queste è mai completamente libera ne completamente attrezzata: credo proprio che la formula con cui si permette ad un gestore di dotare il luogo di un servizio ombrelloni/sdraio/cibo/toilette ma lo si obbliga di farsi carico della cura di tutta la spiaggia sia una formula che permetterebbe di creare qualche unità di posti di lavoro e di offrire un servizio a tutti i possibili turisti, pur evitando l’uso intensivo di un bene naturale e pubblico come la spiaggia.

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