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Qui Radio Londra. E ora che succede?

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Un altro articolo inviato dal nostro corrispondente da Londra, Giacomo Fantei.

Ebbene si la GB è fuori, dall’UE, dal mercato comune, dalle politiche dell’unione insomma non fa più parte dell’Europa. Tanti non si spiegano il perché, sembrava impossibile eppure eccoci qua. L’impossibile è diventato reale e ora spaventa tutti a morte. Eppure a me tanto strano non sembra, di fatto quello che è successo è molto semplice, la democrazia ha vinto ma è stata palesemente fuorviata dalla sua stessa ignoranza e disinformazione.

Il partito del pro-leave (pro-uscita), senza avere di fatto nessun piano politico, nessuna agenda e nessuna idea su cosa fare in caso di vittoria è riuscito a portare a casa il risultato con due semplici mosse: menzionando quello che ha tutti gli inglesi in questo momento interessa di più ovvero NHS (sanità pubblica) e immigrazione e giocando sulla palese e (a mio modesto parere) sconcertante ignoranza e disinformazione del popolo inglese. Spaventoso ma indicativo è il fatto che, a meno di 24h (ma forse neanche a meno di 12) dal voto la frase più cliccata su Google nel Regno Unito sia stata “che cosa è L’Unione Europea”.

Andando inoltre a controllare la spartizione dei voti sia geografica che per fasce di età notiamo che le città più cosmopolite (tra le quali Londra) e gli altri stati della GB, Scozia in primis, hanno votato per rimanere mentre il resto del paese (campagne e villaggi) no, ma soprattutto mentre la popolazione sotto i 30 è rimasta unita è ha votato IN gli over 50 sono stati tutti dirottati sul LEAVE.

Adesso vi invito ad andare a vedere i filmati delle diverse campagne elettorali pro-uscita, non importa quali, sceglietene uno a caso e guardatelo con attenzione. Noterete che non viene mai, MAI, spiegato niente riguardo agli effetti dell’uscita ma vengono citati soltanto: controllo sull’immigrazione, dirottare i soldi che diamo all’Unione sulla sanità pubblica, riprendere il controllo sulla nostra nazione e (la cosa a mio avviso più spaventosa) usciamo sperando che dopo vada tutto meglio. La ritengo spaventosa perché se uno dei miei rappresentanti politici dicesse:- ”facciamolo e poi speriamo”, sarei terrorizzato dall’idea che chi mi rappresenta non ha la più pallida idea di cosa stia facendo. Ma ciò non ha disturbato affatto il sonno degli i Inglesi i quali si sono fidati ciecamente dei loro politici e accontentati di ciò che gli è stato promesso.

La maggior parte di coloro che ha votato lasciare non aveva la minima idea di cosa ci fosse in ballo ne tanto meno delle conseguenze. Tant’è che a poco più di 24h di distanza molti tra coloro che hanno votato per uscire hanno realizzato di essere stati ingannati (e ingannati veramente) dai propri leader in quanto: la maggior parte degli immigrati che quotidianamente arriva nella GB è extra europea quindi di fatto l’uscita non è la soluzione per avere un maggior controllo sull’immigrazione e i milioni che erano stati promessi alla sanità pubblica, improvvisamente, non possono più essere destinati alla sanità pubblica in quanto rappresentano il totale delle transazioni che la GB aveva in atto con l’Unione e che quindi svaniscono con l’Unione stessa.

Tutte queste informazione sono state fornite ai cittadini dall’opposizione oltre al fatto di essere di libero dominio. Quindi sulla base di false promesse e disinformato il popolo ha votato qualcosa che non capiva e che gli si è ritorto contro e gli unici da incolpare sono il popolo stesso per la leggerezza con cui ha trattato l’argomento. Se infatti si fosse osservato più attentamente la natura degli accordi con l’UE, sarebbe risultato ovvio per chiunque che la GB ha aderito all’Unione ma in maniera molto marginale senza sedere al tavolo delle decisioni e accettando parzialmente le politiche imposte dall’UE (per fare un esempio non ha mai accettato di dare asilo ai rifugiati).

Il problema è che l’uscita non ha solo destabilizzato i già fragili equilibri internazionali ma anche quelli interni alla GB stessa. Bisogna infatti precisare che questo referendum, indetto da David Cameron, non era necessario ne richiesto, più che altro rappresentava un suo personale tentativo di zittire una volta per tutte chi premeva per abbandonare l’Europa. Vi ricordate infatti il referendum di un anno fa dove la Scozia votava per l’Indipendenza dalla GB? Ecco, la Scozia con quel referendum ha scelto di restare nella GB ma a patto che la GB restasse a sua volta in Europa (lo dimostra il fatto che TUTTI gli scozzesi hanno votato per rimanere). Sulla base di ciò Nicola Sturgeon ha costruito la sua richiesta per indirne un altro, stavolta però sappiamo già che l’esito non sarà lo stesso di un anno fa. Ciò ha inoltre scatenato un effetto domino per cui non solo la Scozia ma anche l’Irlanda del Nord adesso sta premendo per avere un referendum per l’indipendenza.

Il fatto che gli stati della GB abbiano in gran parte votato per rimanere nell’Unione ha creato un dilemma democratico non da poco. Infatti se uno stato che fa parte di un unione ha votato in un modo, mentre la maggioranza dell’unione ha votato in altro (tenete conte che in termini di popolazione l’Inghilterra rappresenta da sola la maggioranza della GB) che senso ha per questo rimanere incastrato in un sistema che il popolo ha chiaramente scelto di non volere? Ciò che adesso sta terrorizzando gli inglesi infatti non è tanto il fatto di dover ridiscutere gli accordi con l’Europa ma bensì il rischio di scioglimento della GB a favore di un’annessione dei singoli stati all’Europa stessa. Pensate che che c’è chi addirittura ha paventato l’idea di un’Irlanda di nuovo unita!!!

Per non parlare del fatto che: Cameron si è dimesso e adesso nessuno vuol prendere il suo posto poiché nessuno ha pronto un piano d’azione. Tirando quindi un po di somme: Ha vinto la democrazia? Si. Ha vinto il popolo? Si. La scelta è atta quella più giusta? Per ora è impossibile saperlo. L’Inghilterra ne uscirà distrutta o ristrutturata? Impossibile dirlo al momento. Nei prossimi mesi sarà il disastro, i mercati crolleranno, l’effetto domino si farà sentire sia sull’UE e che sulla GB, si dovranno definire le linee guida della nuova leadership ma sopratutto si dovrà trovare al più presto un nuovo leader capace di guidare il paese attraverso questo periodo di transizione.

Ma di una cosa sono sicuro, cioè che vedremo un popolo prendersi le proprie responsabilità, che invece di farsi la guerra si unirà e aiuterà i propri leader a risollevare le sorti del paese.

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