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La Rosa, il quartiere della Coppona

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Qualche settimana fa ho partecipato ad un incontro con cittadini, residenti, associazioni e commercianti accomunati dalla voglia di discutere circa il futuro dello storico supermercato di via Settembrini, la famosa Coppona del quartiere La Rosa. Chi ha potuto sentire il tono degli interventi e la passione che li ha accomunati, ha percepito immediatamente che quello di cui stavamo parlando non è mai stato un semplice supermercato. Era un punto di riferimento per migliaia di persone, me compreso, nato e cresciuto nel quartiere.

Del resto, ha ragione il Prof. Mannari quando in diverse occasioni ha ricostruito la storia ed i processi che hanno accompagnato la nascita e lo sviluppo della Coppona o di quella che possiamo a tutti gli effetti definire una realtà sociale complessa. Mannari ha lucidamente ricordato come la nascita di questa realtà, oltre quaranta anni fa, sia avvenuta su un “nuovo rapporto tra architettura degli spazi espositivi e socialità, da un lato, e il consumatore, dall’altro. Un modo di ragionare e organizzare lo stesso lavoro che cambiò”.

Non c’è da stupirsi per cui se in poche settimane sono già state raccolte oltre mille firme per avere rassicurazioni sul futuro e se oggi le richieste di confronto pubblico e di dibattito siano pressanti. Ed è su questo che vorrei spendere alcune parole, perché come direbbe il buon Groucho Marx: “Mi interessa molto il futuro. E’ lì che passerò il resto della mia vita”.

Il futuro è rappresentato da due questioni.

La prima riguarda la riapertura di un negozio, seppur più piccolo, all’interno della struttura. E’ importante che questo avvenga in tempi certi e rapidi e sembrano rassicuranti anche le posizioni prese dai vertici della cooperativa. L’esigenza dei “tempi” è molto sentita nel quartiere e non soltanto perché si tratta di “dove andare a fare la spesa”. Ma è anche una risposta necessaria per tutta quella rete che si è venuta a creare negli anni intorno al supermercato e che è legata fortemente alla presenza o meno di una struttura aperta e rinnovata. Penso ovviamente all’ufficio delle Poste che è utilizzato non solo dai residenti della zona ma che è un servizio indispensabile per tutta la città e che grazie al parcheggio si trova ad essere ben fruibile. Penso a tutta quella rete di negozi ed attività sorte all’interno e all’esterno della struttura che messe insieme rappresentano posti di lavoro oltre che ulteriori elementi di servizio alla cittadinanza e di presidio del territorio. Insomma, seppur da Coppona arriverà una Coppina, quel che conta è che ciò avvenga in tempi ragionevoli.

La seconda questione riguarda cosa fare del resto della struttura. Su questo voglio cogliere la disponibilità della proprietà che ha per prima coinvolto la cittadinanza chiedendo un contributo propositivo. Dico perciò che la destinazione degli spazi porterebbe un valore aggiunto se fosse rivolta verso finalità sociali o comunque riferibili al quartiere. Su questo anche la destinazione urbanistica sembra venirci incontro, trattandosi di un’area destinata a servizi. Per cui perché non pensare alla realizzazione di ambulatori medici dove potrebbero trovare collocazione vari professionisti? Dai medici di base, ai fisioterapisti, dai dietisti agli infermieri o ai pediatri. La zona ha criticità dal punto di vista dell’età anagrafica, per cui anche spostamenti lunghi verso certi tipi di servizi sono difficoltosi.

Altra valutazione da fare potrebbe partire dalla sede della Circoscrizione 5. Lasciare l’immobile con i relativi problemi strutturali e realizzare un nuovo centro civico dove traferire alcuni servizi dell’amministrazione potrebbe essere una strada da percorrere. Ovviamente in questo caso servirebbe un lavoro sinergico tra Coop e Amministrazione comunale. Un esempio di quello che si trova in un ufficio anagrafe di una Circoscrizione? Servizi quali: biblioteca circoscrizionale; inserimento anziani; tesserini per la caccia; certificazioni; carte d’identità; iscrizioni alle scuole materne; iscrizioni ai nidi d’infanzia; esenzioni ticket etc. Questo permetterebbe anche di liberare l’immobile di via Machiavelli e destinarlo a qualcos’altro dopo le dovute ristrutturazioni.

Magari questo articolo per alcuni sembrerà incomprensibile ma vi garantisco che la Coppona è un pezzo irrinunciabile del quartiere e noi siamo tanti ragazzi della via Gluck.

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