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Il DASPO non basta più?

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Dal sito dell’Osservatorio dello Sport del Min. degli Interni troviamo la spiegazioni di cos’è il DASPO:

“Il DASPO (da D.A.SPO. acronimo di Divieto di Accedere alle manifestazioni SPOrtive) è una misura di prevenzione atipica ed è caratterizzata dall’applicabilità a categorie di persone che versino in situazioni sintomatiche della loro pericolosità per l’ordine e la sicurezza pubblica con riferimento ai luoghi in cui si svolgono determinate manifestazioni sportive, ovvero a quelli, specificatamente indicati, interessati alla sosta, al transito o al trasporto di coloro che partecipano o assistono alle competizioni stesse.

Il provvedimento può essere disposto anche per le manifestazioni sportive che si svolgono all’estero: può essere altre sì comminato dalle competenti Autorità degli altri Stati membri dell’Unione Europea per le manifestazioni sportive che si svolgono in Italia.

Può essere comminato anche nei confronti di soggetti minori di anni 18, che abbiano compiuto il quattordicesimo anno di età (in tal caso, il divieto è notificato a coloro che esercitano la patria potestà)”.

È  possibile adoperare lo strumento del DASPO in vari modi:

– DASPO del Questore: che è quello che ricorre ai presupposti dell’art. 6 L. 13/12/89 n. 401 e successive modifiche (chi abbia preso parte attiva ad episodi di violenza su persone o cose, chi abbia incitato alla violenza, chi abbia lanciato oggetti idonei a recare offesa alla persona, superamento delle recinzioni o separazioni dell’impianto sportivo, invasione del terreno di gioco e possesso di artifizi pirotecnici ecc), che ha la durata da 1 a 5 anni.

– DASPO giudiziario: Emesso con conseguente sentenza di condanna per i reati connessi alle manifestazioni sportive (parte dei reati specifici li ho elencati precedentemente). Il giudice può disporre il divieto d’accesso alle manifestazioni sportive. Per il condannato c’è l’obbligo di presentarsi in un ufficio o in un comando di Polizia per un periodo che va da 2 a 8 anni, con l’eventuale pena accessoria di compiere attività socialmente utili.

– DASPO preventivo: è sicuramente quello che ha suscitato più polemiche e critiche da parte del “mondo ultras”. Con questa tipologia di DASPO, non basta più l’aver commesso il reato connesso alle manifestazioni sportive, ma bensì può essere disposto anche sulla base di elementi oggettivi, nei confronti di chi risulta aver tenuto una condotta finalizzata alla partecipazione attiva di episodi di violenza tali da porre in pericolo la sicurezza pubblica della manifestazione sportiva. La Corte Costituzionale con sentenza n.512 del 2002 inquadra questa misura tra quelle di prevenzione, che possono essere quindi inflitte indipendentemente dalla commissione di un reato, compromettendo di fatto alcune libertà costituzionali, come quella di circolazione.

– DASPO internazionale: chiaramente il provvedimento può essere anche disposto per le manifestazioni sportive che si svolgono all’Estero e in relazione ai provvedimenti adottati dalle Autorità competente dei Paesi Membri dell’UE, nei confronti dei cittadini italiani durante le manifestazioni sportive.

Con i fatti avvenuti domenica scorsa durante il Derby Torino-Juventus, ad esempio, oltre i 6 arresti e le 15 denunce, sono già pronti 16 DASPO. Ma saranno utili? Nel 2014 i vari TAR regionali hanno annullato più di 150 DASPO. I motivi di questi annullamenti possono sono vari: divieti di soggiorno troppo ampio (con il DASPO) in prossimità di manifestazioni sportive (stazione, aeroporti ecc), che così facendo vanno contro al principio di libera circolazione sancito dalla Cost, oppure dalla mancanza di prove materiali connesse al reato imputato o dai “DASPO collettivi”, come nel caso recente di alcuni Ultras Laziali assolti perché il DASPO deve essere un provvedimento individuale, e non collettivo. Il TAR, in questi casi, risulta far valere nei confronti del provvedimento adottato dalle autorità giudiziarie, un carattere repressivo e non preventivo; in alcuni casi ci sono addirittura errori da parte dei giudici nelle motivazioni.

Ho citato il derby di domenica scorsa non a caso, perché proprio tra i fermi, erano presenti soggetti già noti alle forze dell’Ordine, di cui un paio avevano già scontato il DASPO ripetutamente con possibilità di ritornare allo stadio proprio “grazie” a uno dei motivi scritti precedentemente.

In questo articolo ho voluto fare presente dell’unico strumento che attualmente si ha in Italia per allontanare i delinquenti dagli impianti sportivi, e di come, la situazione non stia migliorando visto che abitualmente negli stadi italiani si verificano episodi di violenza (sia dentro che nelle zone limitrofe). Dovremmo indurre la politica a prendere serie posizioni, come ad esempio, bloccando il campionato di calcio per almeno un anno?Oppure più semplicemente dovremmo imporre alle società di calcio sistemi di sicurezza più ferrei (sistema audiovisivo efficiente, steward professionalmente preparati ecc) in modo tale da non permettere escamotage da parte di chi prende un DASPO? Non sono di certo io nella posizione di dover prendere delle decisioni, ma sicuramente da sportivo e da tifoso, mi aspetto che qualcosa venga fatto. Non si può rimandare tutte le volte rischiando che ci scappi un morto e a quel punto emanare provvedimenti urgenti fatti sull’onda emotiva. Non ci sto. Forse sarebbe meglio che una volta ogni tanto ci si tuteli prima, e non dopo a un dramma verificato… perché stavolta è andata bene… ma la prossima volta non si sa.

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