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La qualità della vita a Livorno

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Come ogni anno dal 1990 il Sole 24 Ore stila la classifica della qualità della vita delle province italiane. Per ogni provincia viene attribuito un punteggio, di valore derivante dalla valutazione di alcuni indicatori economici: per la prima volta la provincia incoronata vincitrice è stata al di là delle aspettative Ravenna,  scalzando dal podio del vincitore, dopo anni di incontrastato dominio, le province dell’estremo nord Italia Trento e Bolzano.

La nostra città in un contesto di grave crisi ha ottenuto un buon risultato complessivo e si è infatti attestata all’undicesimo posto guadagnando sulla classifica dello scorso anno 20 posizioni, un gradino soltanto al di sotto di Bolzano che l’anno precedente era seconda assieme a Trento

Francamente dato il contesto di grave crisi che Livorno sta affrontando,  la  domanda sorge spontanea rispetto a quali siano gli indicatori  economici, ambientali,  reddituali, turistici che hanno permesso alla nostra città di saltare venti posizioni  e passare dal trentunesimo all’undicesimo posto.

Dall’analisi emerge con evidenza che Livorno ha avuto un grande passato di città industriale, lo si capisce dai dati quali  l’importo medio della pensione mensile,  indice molto alto rispetto ad altre città del nord e del centro Italia, ma che sta affrontando una crisi senza precedenti e di questo ne sono testimonianza i dati riferiti  al patrimonio medio familiare e la spesa effettuata per i beni durevoli .

La non lusinghiera posizione di Livorno sul numero di imprese registrate, creditori difficili e la quota delle esportazioni, sembrano poi far presagire che la situazione  sia ben lungi da una inversione di tendenza.

A risollevare le posizioni basse di Livorno nelle macro aree di indagine del lavoro e del tenore di vita, sono i buoni risultati nei settori del divertimento  del tempo libero: i sei indicatori di cui è costituito questa area di indagine sono le librerie, i cinema i ristoranti per 100.00 abitanti, la copertura della banda larga, la superficie dedicata alla grande distribuzione per abitante in mq, indicatore  a mio parere alquanto opinabile se l’oggetto della ricerca è la qualità della vita, ed infine  l’indice di sportività.

Non vorrei a questo punto placare l’entusiasmo dovuto al risultato complessivo raggiunto,  ma  se metto a confronto l’analisi del Sole 24 con  lo studio presentato dall’istituto toscano per la programmazione economica riguardante la situazione socio-economica dell’area livornese, scaricabile questo link, emergono interpretazioni differenti.

Gli indicatori utilizzati da IRPET per misurare il tenore di vita nel periodo 2011-2013, sono i consumi pro capite, il tasso di occupazione ed il tasso di attività  risultano tutti inferiori rispetto alla media toscana,  così come il numero di ore di cassa integrazione in deroga, straordinaria ed ordinaria utilizzata nel 2012-2013 è cresciuto esponenzialmente. Il saldo tra avviamenti al lavoro e cessazioni del rapporto sono tutti inferiori alla media Toscana.

Tutti questi dati non lascerebbero grandi possibilità di sperare  di ottenere un buon risultato complessivo, senza contare la posizione ottenuta nel settore dello sport e divertimenti.

Nello studio di IRPET rimane un dato a mio avviso sorprendente secondo il quale il PIL pro-capite della provincia livornese è superiore a quello della media toscana del periodo 2011-2013.

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