Ho partecipato ed assistito con grande attenzione a tutte le fasi della campagna elettorale livornese di queste elezioni amministrative ma mai come quest’anno il confronto non si è basato su diverse concezioni della politica, tra programmi che si fondano su certi princìpi piuttosto che altri, ma molto semplicemente in una bipartizione tra i pro e i contro il PD.
Agli urlanti e sguaiati commentatori pare non interessare minimamente quello che sia il progetto per la città portato avanti da Marco Ruggeri grazie al contributo di una squadra giovane, competente, che raccoglie al suo interno le più disparate professionalità. Tutto quello che fino ad ora è stato addossato a Ruggeri è solamente una critica rivolta al passato, senza andare a considerare tutta una serie di forti elementi di discontinuità che il candidato ha volutamente inserito all’interno delle idee e del programma disegnato per questa città.
Lo slogan “Punto e a capo” non rappresenta la volontà di smarcarsi da un passato che non riconosce come proprio, ma costituisce invece l’introduzione di un nuovo modo di fare politica fondato su competenza, merito e soprattutto concorrenza: i primi due assessori che verrebbero nominati in caso di vittoria ne sono un pacifico esempio, identificati in due professionalità di persone che operano al di fuori della politica ma che godono di una grande stima da parte di chiunque li conosca.
Le difficoltà della città sono unanimemente note. Non serve essere un adepto del Movimento per capire che il decoro urbano non è un punto di forza di Livorno. Non occorre scrivere sui quotidiani online o sui social network frasi fatte ad effetto tese a demolire l’avversario per comprendere che a questa città servono ingenti investimenti infrastrutturali, o che il problema della casa è una necessità impellente che deve essere risolta al più presto o che il turismo sia una risorsa ancora insufficientemente valorizzata, anche per lo stato di degrado in cui versano alcuni tra i principali monumenti della città. Ma la soluzione a questi problemi non può essere data dalla sola critica urlante, abbaiare alla luna serve a poco, occorre anche e soprattutto la proposta. E fino ad adesso, il solo candidato che ha parlato di proposte è Marco Ruggeri, il resto rappresentano solamente critiche fini a sé stesse ma che non prevedono alcuna proposta.
Una città capoluogo come Livorno, che si colloca intorno al 25° posto in Italia per popolazione, merita di essere governata da una persona competente. Non ci si improvvisa sindaco da un giorno ad un altro. Posso dire di conoscere Marco ormai da dieci anni e so che sarebbe la persona migliore per svolgere quel ruolo perché dotato di una fine intelligenza ed acume politico: è in grado di comprendere con estrema facilità quelle che sono le priorità da risolvere di fronte ad un problema. Nonostante la sua giovane età (non ha ancora 40 anni!) grazie ai ruoli che ha svolto, tra cui spiccano quelli di consigliere provinciale prima, di consigliere comunale ed infine di capogruppo PD in consiglio regionale, è perfettamente a conoscenza delle criticità da risolvere a Livorno e quali siano gli strumenti amministrativi per intervenire; anche se ciò non bastasse, a testimonianza della sua umiltà e apertura verso i cittadini, ha intrapreso una campagna elettorale girando per la città insieme ai sostenitori più stretti girando strada per strada, negozio per negozio, andando di persona a parlare con l’uomo e la donna comune ed ascoltando i problemi di tutti.
Per governare una città non si può creare un cartello elettorale in pochi giorni, agglomerando dall’estrema destra di Amadio a parti delle frange più estreme di coloro che si reputano comunisti: Nogarin, sostanzialmente, è diventato il candidato degli estremisti, di destra e di sinistra.
Al mio candidato chiedo molto, voglio che trasformi questa città, che diventi un punto di riferimento per l’esaltazione delle sue bellezze, perché attraverso un’oculata gestione delle partecipate i servizi pubblici locali siano un motore di sviluppo e benessere e che allo stesso tempo riducano le sperequazioni, migliorando la qualità della vita. Chiedo che il merito sia il leit motiv del suo mandato, insieme a concorrenza, decoro, marketing territoriale, ma soprattutto, sviluppo economico, anche grazie al massimo della sburocratizzazione possibile.
Ho visto di persona, con i miei occhi, come Marco si è approcciato a tutti questi problemi, a tutte le riunioni a cui ha partecipato, agli incontri con esperti per individuare da subito dove intervenire.
Per questo domenica andrò a votare Marco Ruggeri sindaco