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Riserve indiane e quote varie

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Le riserve indiane, negli Stati Uniti, nacquero per “conservare” i costumi, le abitudini dei nativi americani, una motivazione apparentemente nobile ma che non ebbe gli effetti sperati: i “pellerossa”, abituati ai grandi spazi delle praterie americane, costretti a quella vita asfittica e monotona, entrarono ben presto in un mondo a loro totalmente estraneo, i c.d, “mali dell’uomo bianco” cioè, alcool, droga e gioco d’azzardo.

Direte: “Sì, Miche è tutto molto bello, ma che c’entra?”

C’entra, era una similitudine, un po’ forzata forse, ma non ho trovato di meglio.

Le “riserve indiane” 2.0 sono, a mio giudizio, le quote rosa.

Oggi, forse domani stando alle parole del Premier, si voterà la famosa legge elettorale, l’Italicum: l’abbiamo detto tante volte, non è una legge elettorale perfetta, ma è buona (soprattutto se legata all’abolizione della funzione politica del Senato, cioè la facoltà di votare la fiducia ai governi) quanto meno è meglio del Porcellum. Nel corso della discussione, ci sono stati molti stop ‘n go, trasversali, fondamentalmente giochini al rialzo per guadagnare qualche posizione: in primis fu la volta della minoranza Pd, la quale si affrettò a dire come quella proposta di legge elettorale fosse profondamente sbagliata, perché fatta con Berlusconi… la minoranza, però, deve essersi dimenticata come la “Bozza Violante” del 2007 (un obbrobrio istituzionale, N.d.R) venne fatta proprio con Mister B. e , sempre con il Caimano, ma più recentemente, venne nominato ViceMinistro dell’Economia, ai tempi del Governo Letta, un certo Fassina.

Superato l’ostacolo etico-morale del “Patto col Diavolo”, fu la volta delle preferenze, battaglia portata avanti da un eterogeneo gruppo: Ncd (Alfano), frammenti di Forza Italia (ma subito richiamati all’ordine) Fratelli d’Italia e una minoranza della minoranza Pd: un gruppo sociologicamente interessante che sull’altare del “i cittadini devono scegliere i propri rappresentanti, straparlava di preferenze. Grazie a Dio i casi (ahimè numerosi) di corruzione delle Regioni, riportarono il dibattito sulla terra (non di molto, siamo passati da “paranormale” a “surreale”)

Poi fu la volta del Senato, dello sbarramento troppo alto, delle soglie per il ballottaggio troppo basse… insomma piccoli ricatti per rallentare questa riforma e far rimanere tutto così com’è (anzi peggio, la legge elettorale uscita dalla Consulta è nettamente peggiore del Porcellum).

Ora è la volta delle quote rosa: un dibattito, ripeto, surreale, soprattutto per le argomentazioni a supporto della tesi.

Per esempio, un paio di giorni fa, in un’intervista su “LaRepubblica”, l’On. Prestigiacomo(ForzaItalia, fu PdL) tiene a farci sapere che “il Parlamento non vuole le quote rosa perché i maschi vogliono conservare la poltrona”. Tesi interessante: in pratica la statista siciliana è una fervente sostenitrice delle pari opportunità (di cui è stata anche Ministro) anche lei rivendica il diritto per le donne di mantenere la poltrona.

Chapeu.

L’On. Moretti (Pd) spalleggiata da Rosy Bindi, ci mette a conoscenza di un emendamento che prevede il 40% di quote riservate alle donne. Lo ammetto, non sono bravo in matematica, ma 40 su 100 non mi pare un rapporto paritario (da cui il nome “pari opportunità) se volete fare una battaglia “cultural-politica”, cercate di farla in modo serio.

Chapeu, bis.

Lo sponsor maggior delle quote rosa è Laura- Madame de Guillotine- Boldrini, un bel eprsonaggio, che ha l’indubbio merito di avere una pazienza cristiana nella gestione di quegli scolari in gita che sono i penta stellati: ma è ossessionata dal “sessismo”. Proprio ieri ha definito “un volgare attacco sessista” l’imitazione del Ministro Boschi da parte di Virginia Raffaele, una delle più brave comiche italiana ( questo sì, dovrebbe essere un vanto per le donne, N.d.R). La terza carica dello Stato, che si erge a censore della satira, è indicativo.

Insomma, non ho trovato un’argomentazione seria a favore delle quote rosa, a cui non sono pregiudizialmente contrario, ma mi interesserebbe conoscere i perché di un argomento così serio come una parte della legge elettorale: voglio dire, le donne, se capaci, in politica lo spazio lo trovano, così come gli uomini. Non credo che abbiano bisogno di corsie preferenziali, e piccole quote di potere.

Per concludere: no, non mi convince neppure la tesi più venduta: “Eh, ma sai, è una riforma che va fatta perché l’Italia è un Paese maschilista e sessista…”.

Allora, certo, se ragioniamo così io esigo le quote “under-30” perché “L’Italia è un Paese gerontocratico”.

 

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