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Concordia, oltre al danno anche la beffa

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Dopo l’operazione di raddrizzamento della Concordia, sotto la gestione di una società straniera, adesso si dovrà stabilire quale sarà la destinazione della nave per le operazioni di smantellamento. Potete immaginare che è già partito un tabù. Io invece sono incavolato come una bestia.

Qualsiasi persona sana di mente risponderebbe che, rispetto al raddrizzamento, questa decisione è un gioco da ragazzi… basta individuare il porto più vicino all’Isola del Giglio. Ma un altrettanto pazzo qualsiasi potrebbe dire che è una fesseria… ed in questo caso, avrebbe ragione il pazzo.

Uno dà per scontato che la penisola italiana, da secoli avanguardia della navigazione marittima, possa possedere le competenze e le strutture necessarie per una simile operazione, ma non è affatto così. La decisione per lo smantellamento, inizialmente, aveva focalizzato la sua attenzione nel Porto di Livorno e quello di Piombino. Ma fin da subito si erano riscontrati dei problemi pratici, che per non annoiarvi con numeri, riassumo così: entrambi non sono adatti per accogliere navi di queste dimensioni. A meno che, non vengono fatti degli investimenti per “omologare” le strutture ( un investimento maggiore ci vuole per Livorno). Il nostro buon caro Rossi, ha sempre premuto per Piombino, avendo annusato al volo l’opportunità economica che poteva offrire la Concordia al territorio piombinese, oltre che pratica da un punto di vista logistico. Ma dall’altra parte, deve affrontare la complicata sfida con Civitavecchia, che a detta loro, sono assolutamente adatti in tutto e per tutto all’accoglimento. Allora, che problemi ci sono? C’è solo da decidere la via più sicura da intraprendere. Bene. Mentre questi nomi circolavano, e che quindi, Istituzioni e Proprietà discutevano sul da farsi, viene fuori un’altra possibile destinazione: Palermo.

Roba da non crederci… soprattutto perché questo tipo di Porto è assolutamente inadeguato (stessi problemi strutturali di Livorno, oltre che ad essere più lontano). E allora…!?!?! Fate finta per un attimo di essere dirigenti della Carnival (società che controlla Costa Crocere), come vi sentireste in questa situazione?! State dialogando con le istituzioni per una destinazione agiata e che non deve creare ulteriori problemi (già l’impatto negativo sulla compagnia è stato atroce, non devono nascere assolutamente altri problemi), magari già state incontrando frizioni perché Lazio e Toscana non vogliono indietreggiare, anzi rivendicano tutti i giorni…. E’ normale allora, che da buoni dirigenti, cerchiate altre alternative, perché non volete perdere altro tempo e non volete rischiare che i danni ambientali possano aumentare. Ed è qui la beffa. A quanto pare la Turchia, precisamente il Porto di Smirne, sarebbe una destinazione ideale con il possesso di tutti i requisiti, senza dover affrontare alcun problema burocratico o di conflitto tra le Istituzioni. Una beffa che ci siamo assolutamente creati noi, stiamo riuscendo a far scappare anche una cosa che chiunque darebbe per scontata, solo perché le Istituzioni non riescono a mettersi d’accordo e non riusciamo a dare affidabilità a compagnie come la Carnival. Questa situazione, a mio avviso, rispecchia a pieno quella che è la gestione scellerata e senza controllo dei porti italiani. Se versano in gravi difficoltà è perché non c’è mai stato un “piano portuale nazionale“, o comunque degli indirizzi nazionali specifici tra di loro. Spesso e volentieri ogni porto è lasciato a sé, e questo porta anche a conflitti tra enti, come in questo caso.

Egoisticamente ho sempre fatto il tifo per Livorno. Per me andava bene la soluzione (già proposta come esponente del mio partito 1 anno fa in un articolo sul Tirreno) di investire per rimodernare le strutture portuali, in modo tale che rimanevano anche per il futuro. Ma tralasciando la bandiera, e gli interessi territoriali, adesso, deve premere che la Concordia sia smantellata sul territorio italiano. E se Civitavecchia offre maggiori garanzie, Rossi deve collaborare con Zingaretti, per riacquistare credibilità di fronte alla Carnival. Si parla di introiti di circa 500mln, e non credo ci si debba limitare a fare discorsi territoriali, sono soldi che alla fine porteranno benefici oltre i confini cittadini.

 

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