Parliamo di politica, più o meno seriamente.

Dipende dal clima, siamo meteoropatici.

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Dipende dal clima, siamo meteoropatici.

Qualcuno che mi renda orgoglioso di essere italiano

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Sarà il caldo che mal sopporto, sarà il momento di sfiducia generale in cui viviamo, sarà che la crisi oltre che i redditi ora colpisce anche le idee, sarà cosa sarà, ma in questo articolo sarò particolarmente pessimista. Questo non vuole essere una critica a qualcuno o qualcosa di specifico, ma a un sistema: il sistema Italia.

In un Paese dove i giudicati offendono i giudicanti (Berlusconi è un semplice caso di ingiurie quotidiane verso la magistratura con l’aggravante che queste ingiurie sono mosse da colui che questo Paese lo ha governato per svariati anni); dove lo sport nazionale non è più il calcio ma la distruzione mediatica di chi non la pensa come te; dove chi dissente lo fa barricandosi dietro dei NO! senza proporre soluzioni alternative ai problemi, un po perché l’alternativo antisistema va di moda, un po per ignoranza, un po perché le vie istituzionali sono intasate da bacucchi non anagrafici ma ideologici che dietro il parafulmine di “parlare per il bene del paese” intavolano discussioni infinite con l’unico obiettivo di non decidere.

Io non mi ci sento più.

A questo punto la la domanda che mi affligge è molto semplice: faccio parte di un partito politico, credo nella politica, credo nei partiti, perché non faccio qualcosa per cambiarlo questo modo di pensare e di vivere?

E se possibile la risposta è ancora più semplice: chi me lo fa fare di impegnarmi per un Paese che i cambiamenti li rifiuta?

L’immobilismo di chi questo paese lo dirige, nella politica e nelle imprese è indissolubile perché ha attecchito nelle menti dei dirigenti e cosa ancor più drammatica in quelli che saranno i successori di questi dirigenti, portandoci verso un baratro più profondo della Fossa delle Marianne.

La speranza di vedere uscire l’Italia da questa spirale è flebile, si sa la speranza è l’ultima a morire, vorrei poter avere delle proposte delle soluzioni, qualcosa da cui ripartire, ma ad oggi l’unica cosa che ho da dire è che un po mi vergogno di essere nato qui, ma a questo paese sono legato per nascita e per cultura e spero che proprio dalla cultura, aspetto che ci ha resi grandi nel mondo arrivi qualcuno che possa rendermi orgoglioso di essere italiano.

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