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Il primo giorno d’asilo

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All’inizio dell’estate una giungla attende le madri livornesi: la giungla degli asili. Compila la richiesta, inviala, visualizza la conferma, attendi l’ammissione della domanda, controlla il tuo punteggio, stai in ansia per la graduatoria e se non ti hanno acchiappato il bambino al primo colpo, rimani in attesa.

Io sono stata fortunata: sono una mamma 2.0 ho fatto la domanda online, ho controllato la graduatoria dall’ I-Phone e ho sperato. All’inizio niente e poi a sorpresa mi hanno contattato per l’ammissione nella migliore struttura cittadina o meglio, nella struttura che avevo scelto.

Quello che mi chiedo però è questo: perché tutto questo? La giungla è un problema cittadino o si vogliono animare le madri di tutta Italia? Le voci di corridoio dicono che sia una questione tutta livornese e che mettendo fuori il naso dalla nostra aria al salmastro nessuno si preoccupa perché i bambini un posto all’asilo ce l’hanno.

Con i discorsi da mamma in tasca e tanti dubbi in testa sono andata a fare due chiacchiere con la Dott.ssa Lilia Bottigli Responsabile del Sistema Infanzia 0-6 del Comune di Livorno, che vorrei ringraziare per il tempo che mi ha dedicato in questi frenetici pomeriggi di settembre.

Partiamo dai numeri: per il nido d’infanzia sono state circa 1300 le domande presentate e la lista d’attesa aggiornata a luglio è di 312 bambini, una parte dei quali sarà integrata durante l’anno scolastico. Il Comune di Livorno mette a disposizione dei cittadini 13 strutture a gestione diretta, 2 strutture comunali con gestione in appalto e 13 strutture private – convenzionate che fanno parte di quell’offerta educativa integrata in cui il Comune si è impegnato nel piano di espansione previsto dal 2007 al 2010. Rispetto alla domanda si ha una copertura del servizio del 79.93% mentre rispetto ai bambini in età la copertura si abbassa notevolmente e raggiunge quota 32% per l’offerta pubblica e 39.57% per l’offerta complessiva.

Se pensiamo che in Italia per lo stesso servizio (0- 3 anni) la copertura è del 6% circa, diciamo che la nostra città sembra essere all’avanguardia. Quindi cosa pensare? Bè diciamo che come mamma nei corridoi degli asili o al parco giochi la situazione sembrava essere molto più drastica ma ovviamente il sistema non è perfetto. Che cosa si potrebbe fare per pensare che tutti i nostri bimbi possano frequentare l’asilo nido? Davvero le mamme livornesi ritengono utile questo servizio?

Innanzitutto una revisione della normativa non guasterebbe per niente: la legge che regolamenta il servizio all’infanzia 0-3 anni porta la data del 1971 e si inseriva all’epoca nelle norme introdotte per l’impulso all’attività femminile. Magari modificarla un po’ visto che sono passati più di 40 anni, male non farebbe davvero. Per la scuola materna la situazione è anche peggiore se si considera che la legge è del ’68, il sistema tra statale e comunale non è uniformato (figuriamoci con le scuole paritarie, quelle poi…) e soprattutto al Comune non spetterebbe neanche una gestione diretta.

Veniamo al secondo punto della questione: quante mamme livornesi colgono il valore didattico ed il ruolo formativo dei servizi all’infanzia? Quante si interessano, si informano e si attivano per adempiere alle procedure di ammissione? Sicuramente moltissime, ma come attesta anche il calo delle frequenze, l’aumento delle rinunce e il minor numero di domande (c’è la crisi lo sappiamo) l’importanza didattica della frequentazione del nido, molto spesso non viene colta. Ovviamente c’è la questione della retta e del costo da sostenere ma anche in questo caso è possibile accedere all’adeguamento ISEE. Che dire, sarebbe bellissimo che fosse gratuito ma è ovvio che non sia possibile e quindi meglio provare a risparmiare.

Credo, però, che non si debba mai risparmiare sul futuro dei bambini. E non è retorica. Se i bimbi iniziano a socializzare da piccoli, ad avere luoghi da condividere e da rispettare, a conoscere le regole di convivenza e di gioco, probabilmente il futuro di tutti sarà migliore.

Forse sogno troppo. Ma almeno proviamoci.

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