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Le Terme del Corallo

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Riceviamo e pubblichiamo volentieri questa riflessione a proposito delle Terme del Corallo a cura di Valerio Pierotti, libero professionista livornese quasi quarantenne e appassionato della propria città.

Un mese fa, dopo anni di completo abbandono e degrado, uno degli edifici più significativi di Livorno, le “Terme del Corallo”, anche se solo per una notte,  ad essere protagoniste attirando a se la curiosità, la simpatia e l’affetto dell’intera Città. Questo è stato possibile grazie all’intervento di un gruppo di volontari che si sono impegnati in un percorso che ha prima previsto l’organizzazione di alcune giornate dedicate alla pulizia del complesso e poi, a conclusione, una serata evento nella quale il vecchio edificio, illuminato di vari colori, ha ricevuto l’abbraccio e l’affetto dei numerosi livornesi accorsi, allietati inoltre da musica dal vivo, giochi d’acqua e figuranti in costume.

Il ringraziamento per la bella serata vissuta va rivolto a tutti i volontari che, impegnando le proprie risorse ed il proprio tempo, hanno permesso che tutto questo potesse realizzarsi. Un altrettanto sentito ringraziamento va rivolto alle istituzioni cittadine cui va riconosciuto il merito di aver agevolato le iniziative a cui abbiamo assistito. Qualcuno sosterrà che si è trattata semplicemente di una “opportunità” colta al volo dall’attuale amministrazione (e che, forse, avrebbe colto chiunque); che sia stato così oppure no, quello che conta è il risultato.

Capire quale sia stato il risultato di questa iniziativa è quello che mi ha spinto a condividere il mio pensiero: tutti gridano al successo, ma è stato veramente così?

Il successo spetta ai volontari ed alle iniziative che hanno avuto corso, a coloro che hanno consentito al soggetto privato di sopperire alle mancanze ed inadempienze del soggetto pubblico, alle persone che dedicano tutto il loro impegno in questo progetto, all’amore manifestato dai miei concittadini (e non) verso un edificio simbolo della città . Un plauso, per assurdo, va fatto anche a quel cavalca-ferrovia che viene spesso indicato tra le principali cause del degrado del complesso termale e che, per uno strano scherzo del destino, anche se solo per una notte, ne è stato il più fedele amico consentendo ai livornesi accorsi di arrampicarsi sul nastro d’asfalto e di godersi lo spettacolo dall’alto, una balconata d’eccezione da cui vivere la festa.

Al tempo stesso, però, mi viene da pensare che in questa bella storia ci siano anche degli sconfitti: a perdere sono state le istituzioni, alle quali non può essere “perdonata” né l’inerzia e la mancanza di progettualità e programmazione nella gestione di questo edificio (che direttamente dura da quasi un decennio) né l’incapacità a garantire almeno gli interventi di manutenzione ordinaria che i cittadini sono riusciti a fare in pochi giorni.

Grazie anche alla ritrovata attenzione sulle sorti di questo edificio, penso che sia giunto il momento che le istituzioni facciano la loro parte; viceversa avremmo vissuto ancora una volta un’esperienza romantica e bellissima all’insegna del “poteva essere ma non è stato”, l’ennesimo “tradimento” nei confronti dei volontari e dei cittadini che si sono appassionati a questa vicenda.

Quello che è successo nei giorni scorsi offre all’amministrazione una “opportunità” politica molto importante: dare un segnale, decidere in tempi brevi quello che sarà il futuro delle Terme indipendentemente da quello che sarà il destino del cavalca-ferrovia, produrre un piano di indirizzo, definire quali funzioni e destinazioni siano ritenute compatibili coinvolgendo anche altri enti/organi preposti ma soprattutto effettuare scelte che consentano a chi gestirà l’immobile (ente pubblico o privato che sia) la totale autonomia economica e la piena sostenibilità dei costi necessari al restauro degli immobili.

E’ evidente che il nodo da sciogliere è quello di stabilire, con oggettività, se la strada da seguire sia quella della concessione convenzionata cercando investitori cui affidare restauro e gestione oppure se il Comune di Livorno sia in grado di affrontare questo percorso autonomamente. In ogni caso è necessario comprendere che perpetrare l’abbandono della struttura ed aggravarne la condizione di degrado vuol dire creare un danno patrimoniale alla Città di Livorno e non solo (è un immobile appartenente al patrimonio artistico nazionale).

Nella speranza che una risposta possa giungere in tempi brevi mi chiedo se non sia il caso di affidare, almeno temporaneamente, la gestione della struttura ad un qualsiasi soggetto privato (mediante un bando, senza gravare sulle casse comunali e “magari” anche senza fini di lucro) che riesca, mediante iniziative come quelle a cui abbiamo assistito, ad impedire alle “terme” di tornare al punto di partenza. Questa bella storia, purtroppo, ci ha mostrato come il soggetto privato, anche grazie alla sola forza di volontà ed alla passione, sia stato in grado di gestire ed organizzare quello che in sette anni di gestione pubblica sembrava impensabile.

Chiudo con una curiosa riflessione. Siamo stati invasi da migliaia di foto delle Terme, più o meno colorate e più o meno suggestive, ma tra tutte queste nessuna (o quasi) raffigura il “mostro” che sta davanti al complesso. Sarà mica che grazie alla bellezza di quell’edificio ed alle suggestioni che ci ha regalato quel cavalca-ferrovia possa essere meno ingombrante di quanto sembra? Recuperiamo quell’area e forse sarà più facile far sparire quel gigante di cemento e ferro.

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