Parliamo di politica, più o meno seriamente.

Dipende dal clima, siamo meteoropatici.

Parliamo di politica, più o meno seriamente.
Dipende dal clima, siamo meteoropatici.

Una mela al giorno… L’articolo 32

Condividi

Facebook
Twitter
Telegram
WhatsApp

“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.”

Così i padri costituzionali, il primo gennaio 1948, hanno normato uno dei bisogni più intimi di ogni persona: la salute.

La salute è tra gli argomenti più delicati da regolamentare, per diversi motivi. In primis, banalmente, perché siamo organismi viventi e ogni evento che mette a repentaglio la nostra salute, mette a repentaglio la nostra vita e come tale va rimosso. Secondariamente poi, la mancanza di salute ci mette in una condizione di debolezza e vulnerabilità. Ed è evidente che l’individuo, specialmente quello malato, ha bisogno di tutte le tutele possibili.

L’articolo 32 della costituzione stabilisce in quattro righe, nero su bianco, che:

• La repubblica tutela la salute;

• La salute è fondamentale diritto per l’individuo;

• La salute è interesse per la collettività;

• La salute è talmente importante che, se è vero che tutti hanno diritto a ricevere cure, gli indigenti hanno diritto a riceverle gratuitamente rimuovendo quindi i vincoli economici;

• E’ il cittadino a dover decidere se sottoporsi o meno ad un trattamento sanitario, salvo predisposizione di legge (volta a salvaguardare la salute collettiva);

• Mai le disposizioni di legge possono violare il rispetto della persona umana.

Quando mi sono messo a commentare questo meraviglioso articolo della Costituzione mi sono stupito, come ogni volta in cui mi ci imbatto, della sua attualità. E mi soffermo su tre aspetti.

“…come fondamentale diritto dell’individuo…” Con questa locuzione si afferma che la Repubblica non si limita a tutelare la salute del cittadino italiano ma di ogni individuo in quanto tale: e questo perché la salute rappresenta un diritto e per di più uno tra i fondamentali. Seguendo questo dettame, che si intreccia anche con gli obblighi morali degli operatori sanitari, è impensabile che qualcuno si veda privato di tale diritto. E’ evidente che è andato contro la Costituzione chi ha chiesto ai medici di denunciare i clandestini che si presentavano ai pronto soccorso.

Tutto il comma 2 stabilisce invece l’esclusione di qualsiasi obbligo a curarsi, ma al contempo viene affermato il diritto a non essere curati se non nei casi previsti dalla legge (ad esempio, vaccinazioni obbligatorie per prevenire malattie infettive, provvedimenti di cura e di isolamento per soggetti portatori di malattie contagiose). Infatti l’individuo è libero di rifiutare interventi sulla propria persona e ogni trattamento può essere imposto soltanto se esiste la certezza che il soggetto ne tragga un vantaggio diretto e, indirettamente, se ne avvantaggi anche la collettività. È consentito il rifiuto espresso dal paziente di prolungare le cure mediche, lasciando che la malattia prosegua nel suo decorso naturale. In tutto il comma 2 si respira la questione del fine vita, che col passare del tempo le scoperte tecnologiche hanno dilatato per un tempo tale da imporre una nuova riflessione. Riflessione che verrà certamente affrontata per esteso in altri post, ma che la carta costituzionale già inquadra come scelta personale.

“…e garantisce cure gratuite agli indigenti…” ,sicuramente uno dei passaggi più genuinamente egualitari se vogliamo, di Sinistra: in questa scarna frase si mette in contrapposizione il diritto alla salute con le risorse economiche che vengono destinate a questo diritto. La riforma sanitaria del 1978 ha riconosciuto a tutti i cittadini una parità di trattamento garantendo loro il diritto alle prestazioni sanitarie e farmaceutiche, che sono gratuite o semigratuite ( ticket ) in rapporto all’età e al reddito. Questo principio è importante perchè la condizione di “indigenza” è in relazione al costo della cura, ed è evidente che lo Stato deve rimuovere gli ostacoli economici che possono impedire all’individuo di garantirsi le cure necessarie a mantenerlo in buona salute.

A mio avviso, è sempre doveroso tentare di ridurre i costi del servizio sanitario al fine di liberare risorse che la politica (e quindi i cittadini) possono decidere come impiegare: migliorare il servizio di cura (ad esempio acquistando più apparecchiature per ridurre le liste d’attesa), investire in ricerca medica o attuare dei protocolli di prevenzione. Ed è proprio sulla prevenzione, decisiva per mantenere “in salute” i propri cittadini, che un Sistema Sanitario moderno deve obbligatoriamente puntare: favorire una regolare pratica sportiva ed una corretta ed equilibrata alimentazione, garantire un ambiente salutare e non inquinato e infine adottare strumenti di screening di massa di diagnosi precoce.

Ultimi articoli