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Riflessioni sul congresso 2013 dell’Italia dei Valori

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Il 30 Giugno si è svolto il “Congresso Straordinario IdV” che ha visto l’elezione di un nuovo Segretario Politico Ignazio Messina.

Il Congresso è stato quasi un passaggio obbligato, vista la situazione in cui versava l’Italia dei Valori, un partito nettamente in fase calante, alla luce della mancata elezione di rappresentanti nella lista Rivoluzione Civile, cartello elettorale creato ad hoc per cercare di superare lo sbarramento, e alla luce delle tante polemiche sorte a seguito dei molteplici scandali che l’hanno colpita (casi Scilipoti e Razzi o il caso Maruccio, solo per citare alcuni esempi). Un partito che si rappresentava come il capofila di battaglie per la trasparenza, la giustizia ed il rispetto della legge, non poteva tollerare l’emergere di un così alto numero di casi che definire singolari ci pare abbastanza riduttivo.

Il Congresso, richiesto a gran voce da un numero elevatissimo di iscritti, purtroppo, non ha avuto il risultato che in molti auspicavano: Ignazio Messina, neosegretario Idv, è stato il braccio destro di Di Pietro nella gestione precedente, già Resp. Degli Enti Locali Nazionale, e quindi membro “dell’Ufficio di Presidenza” (organo dove passavano, fino a non molto tempo fa, le più importanti decisioni politico-organizzative del partito, ci verrebbe da dire l’unico organo realmente funzionante).

Quello che abbiamo cercato di promuovere, cercando di sensibilizzare i tanti iscritti, soprattutto tra i giovani, era una candidatura di rottura, che consentisse di far ripartire il partito e che lanciasse un messaggio chiaro, dentro e fuori il partito, di rottura rispetto alla gestione organizzativa in senso lato che aveva caratterizzato la fase precedente. L’occasione che avevamo, a nostro parere, era irripetibile: un partito in forte crisi nel numero di iscritti attivisti e nella quantità di consensi (chiaro sintomo di un’esigenza di forte rinnovamento).

Le nostre proposte erano chiare: un candidato giovane avrebbe potuto trasformare il partito, rendendolo più democratico e più attento a crearsi un futuro nel tempo, formando una nuova classe dirigente. Era quello che si chiedeva nel Paese, in tutto il sistema politico italiano e, in maniera particolare, in Italia dei Valori, per i motivi che abbiamo espresso finora. Tutto questo non è stato possibile perchè, ci teniamo a specificarlo, soprattutto tra i giovani (il motore necessario del cambiamento) si sono visti tutti quei meccanismi della più “vecchia politica”, un modus operandi che sarebbe dovuto essere il primo nemico da combattere: si sono scatenate guerre di tessere (alcune anche di dubbia ammissibilità), gioco di poltrone (e capirai che poltrone….), senza alcun contenuto politico serio.

Preso atto che eravamo piuttosto isolati, ci siamo fatti da parte e tutto ciò che di più deludente, è emerso. La vittoria di Ignazio Messina rappresenta la vera continuità con il passato (senza avere neanche un decimo della intelligenza politica e delle capacità che, a nostro avviso, in mezzo a tanti difetti, avevano caratterizzato la leadership precedente). Di male in peggio. La riconferma si è avuta al momento della nomina, come nuovo tesoriere, di Ivan Rota, l’altro fedelissimo di Antonio Di Pietro, “gemello” nell’Italia dei Valori di ieri di Ignazio Messina. Detto questo ci troviamo di fronte ad una situazione che ci soddisfa davvero poco.

Rimaniamo orgogliosi delle tante battaglie fatte in passato, del tempo speso in politica (nel senso più alto del termine) nell’interesse della collettività, magari con molti errori ma sempre cercando di metterci la faccia (cosa non da poco se si pensa che soprattutto tra i più giovani esiste un completo disinteresse o una grandissima sfiducia verso questo mondo tanto nobile quanto ormai infangato da tanti cattivi comportamenti). Rimaniamo convinti che si debba continuare con questo impegno, partendo dal nostro piccolo, dalla comunità in cui viviamo, cercando di dare il nostro contributo, consapevoli che attualmente scarseggiano punti di riferimento nazionali che ci restituiscano l’entusiasmo che, è inutile negarlo, un pò si è perso per la strada.

 

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