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Nasce la Rete dei 5 Festival dedicati ai compositori italiani: non c’è Mascagni

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Premetto non mi interessa la bagarre su chi sia stato più bravo a livello culturale, su chi abbia sbagliato o fatto bene in precedenza rispetto ad oggi. Il fatto a cui mi riferisco riguarda l’ennesima occasione persa per Livorno.

Si è svolto qualche mese fa il primo meeting dei rappresentanti di 5 Festival italiani dedicati ai grandi compositori dell’800: Donizetti, Rossini, Verdi, Bellini, Puccini. Un incontro che è nato con la finalità di riprendere un progetto avviato dal senatore Pieraccini nel 1983: una legge che avesse  come obiettivo la valorizzazione dei grandi compositori italiani dell’800 ed i Festival ad essi dedicati.

“I nobili della storia della lirica italiana –  come li ha definiti il senatore nel suo intervento di apertura della riunione – hanno segnato la storia del nostro Paese. Musicisti che hanno contribuito e ancora oggi contribuiscono, con una forza straordinaria, alla promozione dell’Italia e delle sue straordinarie bellezze e costituiscono uno dei canoni identitari del nostro Paese, dalla Lombardia, sino alla Sicilia, passando per l’Emilia, le Marche e la Toscana.”

L’invito è stato accolto con entusiasmo da tutte le istituzioni: erano infatti presenti ai massimi livelli il Rossini Opera Festival di Pesaro con il sovrintendente Gianfranco Mariotti, il Festival Bellini di Catania con il direttore artistico Enrico Castiglione, Bergamo Musica Festival con l’assessore alla cultura e turismo del Comune di Bergamo Nadia Ghisalberti e il direttore artistico Francesco Bellotto, il Festival Puccini con la presidente Adalgisa Mazza e il direttore artistico Daniele De Plano. Assenti, ma solo per motivi contingenti,  i rappresentanti del Festival Verdi che hanno comunque dato la loro adesione al progetto. Assenti i rappresentanti del Festival Mascagni di Livorno.

Ci sarebbe da chiedersi il motivo per cui non ci fosse nessuno a rappresentare le gesta del nostro Pietro Mascagni. Semplice: non esiste un festival a lui dedicato. Con tutte le conseguenze culturali – e di indotto diretto per la città – che ne derivano.

Numerose le proposte avanzate nel corso della riunione per avviare un percorso comune che consenta di realizzare obiettivi di breve, medio e lungo periodo. Attività di promozione congiunte per moltiplicare le grandi potenzialità che i Festival hanno di attrarre “turisti”  nel nostro Paese  e per incrementare la ricchezza prodotta nei rispettivi territori.

Lo stato d’animo che ho avuto apprendendo di questa intelligenza, da livornese e cantante lirico (ma soprattutto da persona che vive con grande preoccupazione le drammaticità occupazionali e culturali della propria città) è stato facilmente riconoscibile: sgomento e un po’ di rabbia.

Si, perché Livorno non ha niente da invidiare a livello di risorse alle altre 5 realtà che hanno siglato l’accordo. Perché la sinergia cultura/turismo avrebbe potuto palesarsi in modo concreto e soddisfacente, se avessimo avuto il buon senso di pensare a Mascagni come risorsa culturale importante per la città. Il nostro concittadino Pietro, dal 2009 al 2014 ha avuto il piacere di vedere rappresentata una sua opera in ben 712 rappresentazioni. Per 712 (settecentododici) volte il suo cognome è stato all’interno di pregiati festival internazionali o teatri d’opera di tutto il pianeta. Ma possibile che a Livorno nessuno abbia mai pensato ad un festival Mascagnano?

Tornando alla notizia della rete dei festival, essa sarà pubblicizzata a dovere al pubblico dell’Expo 2015. I festival faranno investimenti congiunti per  una campagna di promozione  integrata che prevede  la  realizzazione dei classici materiali cartacei sui quali riportare i cartelloni  delle rispettive rassegne, all’apertura di profili social che saranno  animati in più lingue.

Insomma, un’altra bella occasione persa per la nostra città.

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