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Il valore della X con la matita copiativa

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Art. 48. Della Costituzione Italiana

“Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età. Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico. La legge stabilisce requisiti e modalità per l’esercizio del diritto di voto dei cittadini residenti all’estero e ne assicura l’effettività. A tal fine è istituita una circoscrizione Estero per l’elezione delle Camere, alla quale sono assegnati seggi nel numero stabilito da norma costituzionale e secondo criteri determinati dalla legge. Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge.”

L’articolo 48 della Costituzione Italiana decreta il suffragio universale ed è senza dubbio il fondamento e la condizione necessaria di uno stato democratico. Oggi il diritto di voto a tutti i cittadini italiani è talmente dato per scontato (fortunatamente) che molto spesso viene sottovalutato, o peggio, ignorato. Negli ultimi anni in Italia il forte sentimento di sfiducia nei confronti della politica e della classe dirigente ha portato molti cittadini, spesso i più giovani, a non rendersi conto di quanto sia importante e vitale andare a votare. Fare una X con la matita copiativa nella cabina elettorale è lo strumento più concreto ed efficace per partecipare attivamente alla democrazia. Non si tratta solo di appoggiare un candidato o un partito piuttosto che un altro, si tratta invece di avere il potere di esprimere le proprie idee, di far sentire la propria voce, di dire com’è il paese in cui si vorrebbe vivere. Quando si vota , con quella croce, si esprime come si vorrebbe la scuola, la cultura, la ricerca, le strade e la mobilità, la sanità e il welfare, la giustizia, l’economia e il lavoro…si decide, in sostanza quale sarà il nostro futuro e quello dei nostri figli. E’ impossibile essere indifferenti a tutto questo.

Ho 25 anni e sento in molti miei coetanei la convinzione che votare non serva a niente “perché tanto sono tutti uguali” perché tanto “non cambierà mai nulla in Italia”. Io credo che non ci sia affermazione più sbagliata e dannosa di questa ma, anche se fosse vera, non è certo stando in un angolo a guardare e a lamentarsi che si migliorano le cose, come dice una celebre citazione di Roberto Benigni “Non ti tirare fuori, se ti tiri fuori è terribile, dai il potere alla folla e la folla sceglie sempre Barabba” .

I dati dell’affluenza al voto,vertiginosamente in calo sia alle ultime elezioni politiche sia alle recentissime elezioni amministrative sono molto preoccupanti e, a mio avviso, meritano un’attenta riflessione da parte di tutta la classe politica. Senza la partecipazione attiva da parte dei cittadini attraverso l’esercizio del diritto di voto non c’è vita democratica. Non è un caso se durante le prime elezioni italiane con il suffragio universale nel 1946, con il paese appena uscito dal ventennio di dittatura fascista, si registrò un’affluenza alle urne del 90% .

Io credo che chi istiga all’antipolitica cavalcando l’onda dello scontento faccia solo del male alla democrazia, è un atteggiamento pericoloso e irresponsabile. Un paese non si migliora fomentando la sfiducia nelle istituzioni e incentivando la crisi della democrazia rappresentativa. Si migliora partecipando e lottando per le proprie idee.

Penso che il compito di tutti e soprattutto di noi giovani sia quello ricostruire un sentimento non solo di rispetto ma anche di passione per la Costituzione e per la politica. Le istituzioni in questo hanno un ruolo fondamentale. Non è infatti facendo come alle ultime elezioni politiche dove molti studenti italiani in Erasmus non hanno potuto votare perché per farlo sarebbero dovuti tornare a casa (dovendo spendere in alcuni casi molti soldi per il viaggio) che si incentivano le giovani generazioni a partecipare alla vita politica. Dobbiamo invece promuovere la cittadinanza attiva come un diritto ma anche come un “dovere civico” come recita appunto l’articolo 48. Dobbiamo convincere i cittadini che esprimere le proprie idee è importante perché la loro voce conta. Dobbiamo “far innamorare” le persone della politica, mostrando loro quanto sia bello andare a votare perché significa decidere sul proprio futuro. Dobbiamo far sì che gli studenti a scuola leggano l’articolo 48 della Costituzione e che quando lo fanno pensino a tutte quelle persone che hanno combattuto e che sono morte perchè noi oggi avessimo il lusso di considerare il diritto al voto come qualcosa di scontato e inattaccabile.

E’ questo l’augurio che voglio fare all’Italia, quello di avere dei giovani italiani che ogni volta che leggono la Costituzione si commuovono pensando alle parole di un padre costituente come Piero Calamandrei,: “Quindi voi giovani alla Costituzione dovete dare il vostro spirito, la vostra gioventù, farla vivere, sentirla come vostra; metterci dentro il vostro senso civico, la coscienza civica (…) .In questa Costituzione c’è dentro tutta la nostra storia, tutto il nostro passato, tutti i nostri dolori, le nostre sciagure, le nostre gioie. Sono tutti sfociati qui in questi articoli; e, a sapere intendere, dietro questi articoli ci si sentono delle voci lontane…”

E’ da parole e valori come questi che l’Italia deve ripartire per tornare un giorno ad avere di nuovo un’affluenza al voto del 90%.

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