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Elezioni: il ruolo decisivo del meridione

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In questi ultimi due giorni, provando a capire quelli che potrebbero essere gli scenari politici futuri (oggettivamente prepariamoci a vederne delle “belle”) ed aggiornandomi sul contesto attuale, mi sono imbattuto su una serie di grafici ed immagini relativi al voto di questa tornata elettorale. Ne condivido nel frattempo una per dare un’idea di ciò che starò per scrivere:

Elezioni 2018
Elezioni 2018

Balza subito all’occhio quel colore giallo, rappresentato dal M5S, che conquista prevalentemente tutta la zona del Meridione. In merito al meridione ed in queste ore, sappiamo anche del problema siciliano relativo al conteggio dei seggi da assegnare, che voglio menzionare per l’importanza che l’area ricopre, tratto da un articolo del Corriere della Sera: ”Intanto in Sicilia si registra un curioso record: in Sicilia ci sono più seggi vinti che candidati. La valanga di voti per il Movimento 5 Stelle crea infatti un problema da risolvere nell’attribuzione dei seggi. Il movimento oltre ai 28 eletti all’uninominale piazza 25 parlamentari, tra Camera e Palazzo Madama, nella quota proporzionale. Ma è tanto larga, la vittoria, da creare un problema nei subentri, visto che alcuni dei 5stelle eletti nella quota proporzionale hanno ottenuto il seggio anche all’uninominale. Così, nel M5S, emerge il rebus dello scorrimento: la lista — che per legge non poteva superare 4 nomi — è troppo breve rispetto ai seggi realmente ottenuti dai grillini. Ma secondo i giuristi a questo punto si andrebbe a cercare in altri collegi”.

Ritornando a noi e partendo da ciò che si deduce dall’immagine, sono nati sui social soprattutto, analisi del voto con tassi di disoccupazione (elevati al Sud rispetto al resto della Penisola, vedi articolo del Fatto Quotidiano) comparati al voto del meridione. Con ciò si voleva alludere (ma possiamo tranquillamente anche usare il termine “affermare”), in maniera polemica, come il Sud abbia votato per il M5S principalmente per Reddito di Cittadinanza, proposta chiave che come ben sappiamo è inserita nel programma elettorale dei grillini.

Ecco, a mio modesto parere non possiamo ridurre un’azione quasi plebiscitaria del meridione per la sola volontà dei cittadini meridionali di volere un reddito di cittadinanza. Le cause sono più profonde e sono varie, anche perché a livello regionale di queste singole realtà non esistono Governatori Regionali a 5 stelle, nonostante le ultime elezioni regionali utili del Novembre 2017, quelle siciliane, che hanno visto un forte incremento del M5S, che di fatto è diventata la seconda forza politica della regione (questo è servito da monito per i sondaggisti che poco prima di domenica con le loro proiezioni, prospettavano un successo del M5S, non con queste percentuali finali ovviamente (32,7%), ma comunque neanche tanto lontane (YouTrend, stimava 28,1%)).

Anni di abbandono del meridione da parte della classe politica (del centro sinistra e del centro destra indifferentemente) hanno portato un crescente malessere fino ad esaurirsi con i voti di protesta. Chi ha votato 5 stelle al Sud, senza entrare nel merito delle singole questioni, non sono soltanto cittadini in cerca di occupazione o di qualche sussidio statale per trovare un sostentamento economico, sono i piccoli-medi imprenditori, studenti, dipendenti pubblici e membri delle forze dell’ordine, che non digeriscono ancora le recenti leggi che li hanno visti coinvolti: penso in primis ai nuovi criteri stabiliti dalla riforma della “Buona Scuola” per le insegnanti, alle nuove direttive del nuovo codice degli appalti, che si ripercuotono sui pagamenti della Pubblica Amministrazione nei confronti degli imprenditori stessi, ed infine e non da ultimo agli scandali delle sanità regionali.

Ed è qui che parte la sfida del Movimento 5 Stelle, o comunque di chi eserciterà le funzioni di Governo, mantenere innanzitutto le promesse elettorali, e cambiare drasticamente le condizioni di vita delle popolazioni del sud, che hanno esaurito la pazienza da tempo e non sono più in grado di accettare politiche di medio-lungo termine per il miglioramento delle loro condizioni di vita e lavorative.

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