Parliamo di politica, più o meno seriamente.

Dipende dal clima, siamo meteoropatici.

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Je suis la raison

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La manifestazione di ieri, che è la risposta di due milioni di francesi ai fatti di terrorismo accaduti nei giorni scorsi che hanno pesantemente scosso il mondo e la nazione transalpina, è qualcosa di più di quanto possa sembrare: quello che è accaduto ieri per le strade francesi lo racconteremo nel futuro come un pezzo di storia.

Quel popolo di antipatici è il popolo che ad un certo punto, meno di 300 anni fa, ha preso la testa del proprio Re e l’ha fatta rotolare per Place de la Revolution, facendo entrare la storia umana nell’epoca moderna degli stati di diritto. La Déclaration des Droits de l’Homme et du Citoyen , il testo che ha fatto da padre alla “Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo” scritto all’indomani della seconda guerra mondiale, è scritto in lingua francese.

Quel popolo che ha dato i natali alla civiltà occidentale ieri ha marciato in un corteo che aveva alla testa tutti i maggiori leaders dei paesi che la rappresentano : Francia, Germania, Italia, Nigeria, Israele, Palestina, Spagna, Inghilterra, Grecia, Portogallo. E tutti erano tutti li ad affermare che possiamo essere diversi, e anzi che lo siamo proprio, ma non lo saremo mai abbastanza da non riuscire a tollerare le nostre diversità.

Il terrorismo è qualcosa di più di corpi ingiustamente stesi a terra senza più vita: il terrorismo è la speranza che a terra ci giaccia la civiltà in luogo della religione, il potere di molti rispetto al potere di pochi, la ragione al posto della follia. La speranza è che questi giorni incredibili, che segneranno questi anni al pari dell’11 settembre, scatenino però una reazione diametralmente opposta: una reazione fatta dell’unica cosa che è in grado di sconfiggere l’inciviltà: la ragione.

I Popoli non cedano alla rassicurante vendetta perpetrata attraverso rassicurante violenza che potrebbe dare l’impressione di annientare fisicamente la minaccia: le minacce non sono fatte di ciccia, di ferro o di polvere da sparo. Le minacce sono le idee folli che è facile inserire nella testa di chi non è libero, attanagliato da ignoranza, miseria e sofferenza che spesso hanno portato proprio quei paesi che ieri erano alla testa della manifestazione. Non ci siano più errori di tale genere da parte dell’occidente: che questi dolorosi giorni siano una sveglia per tutti noi. Non si anteponga più in diritto ad un denaro e piuttosto che bombe si sgancino ingegneri, medici e professori di arte e letteratura.

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