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Italia e India: come finirà il caso dei marò

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Il 15 febbraio del 2012 a largo delle coste indiane, la petroliera battente bandiera Italiana “Enrica Lexie”, navigava verso Gibuti  con a bordo un equipaggio di 34 persone e 6 fucilieri della Marina Militare Italiana, insieme al capo di prima classe Massimiliano La Torre, il secondo capo Salvatore Girone, il Sergente Renato Voglino, il sottocapo di prima classe Massimo Andronico  ed i sotto capi di terza classe Alessandro Conte e Antonio Fontana, tutti appartenenti al  2° Reggimento “San Marco”, con la missione  di proteggere il mercantile italiano che si trovava in acque non tanto sicure, a causa del forte rischio di attacchi di pirateria. Nelle vicinanze, quel fatidico 15 Febbraio, si trovava il peschereccio St.Antony. Come riportano i verbali, verso le 16.30 ora locale indiana, la petroliera Italiana si incrociò con un’imbarcazione locale, e convinti di essere sotto attacco pirata, i Militari spararono verso l’altra nave. La St Antony mandò un S.O.S. alla guardia costiera del posto riferendo di essere sotto attacco da un mercantile. Questi colpi che uccisero i due pescatori, Ajeesh Pink di anni 20, e Valentine di anni 44.  Sempre come riportato nei verbali, la Guardia Costiera locale contattò la “Enrica Lexie” per avere delucidazioni in merito a quanto stava accadendo. Dopo aver ricevuto conferma che dalla petroliera che i Militari avevano sparato al peschereccio, venne intimato al comandante Umberto Vitielli di attraccare nel porto indiano. Ecco, da qua parte il calvario dei nostri Militari.

Massimiliano La Torre e Salvatore Girone furono arrestati dalle autorità indiane il 19 Febbraio 2012,  con l’accusa di omicidio. I due militari vennero trasferiti nella “Guest house” della Central Industrial Security Force indiana.

Ci sono tanti elementi dubbi in questa vicenda, cerchiamo di fare chiarezza.

Prima di tutto non dobbiamo dimenticare che i nostri Militari, con il compito di sorvegliare dei mercantili, o altro, hanno delle regole di “ingaggio”, e da quanto riscontrato leggendo sui giornali (i dati ufficiali non sono a noi visibili), tale regolamento è stato rispettato, in quanto il comandante della “Enrica Lexie”, che navigava in acque internazionali, accettò immediatamente di attraccare al porto, come richiesto dalla guardia costiera locale.

Le leggi attive nelle acque internazionali, come ben sappiamo, sono diverse rispetto a quelle relative alle acque nazionali. La petroliera battente bandiera italiana, all’interno dell acque internazionali, è come se fosse un “pezzetto” di Italia che naviga in mare, per questo motivo non aveva l’obbligo di eseguire quanto richiesto dalle autorità indiane. Invece, attraccando in un porto indiano, ha dovuto sottostare alle leggi locali, in quanto non più in acque internazionali.

Successivamente, tra rinvii a giudizio ed altre “storie inventate”, arrivammo al 20 Dicembre del 2012 dove il Governo Italiano riuscì ad ottenere un permesso di due settimane dall’Alta corte del Kelara, al fine di far trascorrere il Natale ai due Fucilieri in Italia con le loro famiglie.

Piccola mia riflessione, perché il Governo italiano ha permesso di far rientrare in India i due Militari? Ormai erano in Italia e qui andavano trattenuti per poi essere processati dal Tribunale Militare Italiano, dal momento in cui il conflitto a fuoco avvenne in acque internazionali, e come vi dicevo prima, se la bandiera della nave batte italiana è come se fosse in territorio italiano, pertanto soggetta alle leggi italiane.

Casualmente, durante il periodo in questione, sono scomparsi ben 12 elicotteri Augusta Westland, velivoli di produzione Made in Italy. Tali elicotteri dovevano essere consegnati all’India ma, per un “magico” stop voluto dalla Magistratura Italiana, la consegna non è avvenuta perché è trapelato che dietro la vendita degli stessi ci fosse un bel giro di tangenti.

L’India non sembra aver gradito l’accaduto e secondo il mio modesto parere i nostri due Fucilieri hanno proprio la sembianza di una sorta di “deposito cauzionale”.

Io però mi chiedo una cosa, siamo sicuri che si trattasse davvero di due pescatori, e non magari di due pirati travestiti da pescatori?

In molti accusano i militari di essere due assassini. Io no, per il semplice fatto che non io non ero presente quel 15 Febbraio su quella nave, non ho visto quello che stava accadendo, e come non ero presente io non era la nessuno di noi. E’ sbagliato a priori giudicare, soprattutto emettere sentenze su cose che non abbiamo visto e alle quali non eravamo presenti.

Sono inoltre convinto che la verità non la sapremo mai, in quanto anche questo caso verrà insabbiato, come spesso, per non dire sempre, avviene.

Ma i due Fucilieri devono assolutamente rientrare in Italia, con le buone o con le cattive. Il prossimo 10 agosto il Tribunale del Mare di Amburgo si pronuncerà in merito alla sospensione dei procedimenti nei confronti dei due fucilieri da parte del Governo Indiano, come richiesto dall’Italia. In quel giorno sapremo sei i due marò potranno rientrare in Italia ( La Torre è già in patria per convalescenza) dove si svolgerà il processo e quali saranno le procedure da seguire.

Purtroppo ho un brutto presentimento, cioè che i due ragazzi verranno sacrificati per questioni tra i due paesi.

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