Parliamo di politica, più o meno seriamente.

Dipende dal clima, siamo meteoropatici.

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Dipende dal clima, siamo meteoropatici.

Rimanere senza casa

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Premetto che questo vuole essere più uno sfogo a caldo, una serie di pensieri che avevo bisogno di esternare, che un articolo vero e proprio. Ma ne sentivo il bisogno e così ho cercato di esprimere con parole, un flusso di coscienza.

Sono rimasto molto impressionato da quella famiglia che, colpita da sfratto, si è momentaneamente “trasferita in Comune”. Una purtroppo ordinaria storia di difficoltà che ha colpito una famiglia di tre persone (una bambina di 6 anni e i due genitori) che hanno visto sparire l’unico reddito in famiglia e con questo anche la possibilità di mantenere la propria casa in affitto. Hanno portato le loro cose in Comune e sono riusciti ad incontrare l’Assessore al Sociale, al fine di trovare una soluzione quantomeno temporanea.

Leggo dalla stampa che la risposta ricevuta è stata che fino al 30 novembre non c’è alcun tipo di possibilità. Stiamo parlando di una famiglia, e immagino ce ne siano molte altre in questa spiacevole situazione, con una bambina di 6 anni che andrà incontro all’inverno con la prospettiva di trascorrere all’addiaccio le notti. “Per il momento non possiamo fare nulla”. Provo a mettermi al loro posto e so che la reazione a quella risposta, laddove non fosse scomposta, sarebbe quanto meno quella di porsi una domanda: possibile che l’Amministrazione Comunale, l’ente più vicino ad un cittadino, non sia in grado di offrire nessun tipo di risposta?

Mi chiedo, fuor di polemica,  se l’amministrazione abbia mai preso uno degli impiegati comunali e lo abbia messo a cercare tutti quegli alloggi già di proprietà del Comune e attualmente inutilizzati, come i vecchi alloggi dei guardiani delle Ville, le vecchie sedi delle circoscrizioni, qualche struttura ormai dimenticata. Mi chiedo se siano mai stati vagliati per intero i patrimoni del Comune con l’intenzione di utilizzare i vari “tesori” magari accedendo a fondi regionali o europei per trasformarli in abitazioni oppure per alienarli e dare vita a un ammortizzatore sociale tipo “contributo all’affitto”.

Mi chiedo come mai non sia mai stato perfezionato il progetto con i proprietari di alloggi sfitti. In definitiva, mi chiedo quanto sia possibile continuare ad accettare risposte che non danno risposte ai problemi. Che sono tanti e difficili ma che quando si tratta di casa, lavoro e famiglie, dovrebbero avere davvero la priorità. Una strada va trovata. Ricordo anche queste belle riflessioni di quasi un anno fa: “Le politiche per la casa”

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