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Lettera a Renzi. Tra Natta e la sconfitta del Pd a Livorno

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Caro Matteo, faccio parte della segreteria di un circolo Pd a Livorno (Corea), e scrivo questa lettera a te come provocazione per chiederti un aiuto.

Come sono andate queste elezioni comunali a Livorno lo sai bene: abbiamo perso. Scrivo abbiamo perso perchè secondo per tanti motivi ma forse più di altri perché in questi anni sia l’amministrazione cittadina che la direzione del nostro Partito hanno fatto degli sbagli. Il dato più significativo riguarda le elezioni europee, dove a Livorno, il nostro PD ha superato il 50% che se confrontato con il voto alle comunali ci lascia l’amaro in bocca: abbiamo lasciato sul campo il 17%, e siamo andati al ballottaggio con il M5S che ha fatto degli accordi elettorali raccattando voti sia da destra che dalla lista civica Buongiorno Livorno, collocata nel panorama sinistra livornese. Abbiamo perso i nostri elettori che nello stesso giorno avevano scelto il Pd nazionale.

L’amministrazione locale ha sbagliato durante il mandato anche nel non essere chiara con noi cittadini riguardo ai tagli fatti dal Governo Berlusconi (Patto di Stabilita). Si poteva spiegare di più che una parte del problema stava qui. L’altra parte sta nel non trincerarsi solo dietro questa valutazione. Alcune cose si potevano e si dovevano fare comunque… Sono un carattere sanguigno, lo ammetto, e non riesco a darmi pace dopo questa sconfitta. Questo anche perchè sento delle frasi del tipo “cancelleremo la storia di questi 70 anni”. Non lo posso accettare; la storia non si cancella, le lotte che i miei nonni e i miei genitori, come molti altri livornesi, hanno fatto per conquistare i diritti che abbiamo oggi nessuno le potrà cancellare.

Voglio citare un aneddoto. Parlando con un amico, militante del Partito Comunista Italiano, il racconto è finito sugli anni 70. In quel tempo, nel nostro partito livornese, si era creata una situazione difficile. Tanto difficile da spingere il segretario Enrico Berlinguer a mandare il suo braccio destro (Alessandro Natta) per riorganizzare la situazione. Venne, soggiornò a Livorno per qualche giorno e dette una nuova linea al nostro partito. Da quei giorni li il Partito discutendo democraticamente riuscì a risollevarsi e si mise a lavorare più deciso di prima. Una storia che sembra lontana anni luce da noi, ma vorrei coglierne il senso migliore: quello della necessità di sentirsi parte di una comunità che può sollevarsi e che per farlo ha bisogno dell’aiuto di tutto il Partito con la P maiuscola.

Oggi la nostra situazione a Livorno è caotica, e non siamo nel 70. Ci sono stati degli errori negli ultimi anni e nella volata alle comunali abbiamo pagato tutti questi errori. Ti voglio provocare, lo so, nel chiederti di occuparti di Livorno. Almeno in due occasioni sembrava che saresti potuto passare dalla nostra città. Ora forse è il momento di farlo davvero recuperando quella storia che vede un gruppo dirigente impegnato sui territori laddove le sconfitte e le difficoltà sono maggiori.

Ora ti saluto e ti auguro buon lavoro.

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