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Effetto Venezia: niente di nuovo e vecchie tirate d’orecchie

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Venerdì 25 luglio è stato inaugurato “Effetto Venezia 2014” e la cosa che mi ha meravigliato è che sia prima che dopo il suo inizio, non abbia sentito e letto le abituali critiche e discussioni che in genere suscita.

Sembrava che la città fosse in attesa di vedere la kermesse sotto la “guida” della nuova amministrazione. Anche sui media, dopo la conferenza stampa di presentazione, ciò che è emerso è proprio questo. In realtà meriti o demeriti sono attribuibili soltanto alla vecchia classe politica.

In primo piano si evidenzia la riduzione del budget di circa il 40% rispetto a quello dello scorso anno.

Niente di nuovo, invece, sul fronte dei contributi economici da parte di vari “mecenati“ che, nonostante le richieste effettuate con largo anticipo, solo all’ultimo decidono in positivo.

E ancora niente di nuovo sul fatto che si discuta anche quest’anno della necessità di lavorare per la prossima edizione sin da ora.

Per quanto ritenga che ormai siano molti anni che la manifestazione non venga organizzata bene, di contro è vero che la volontà di farla al meglio c’è sempre stata. Forse non ci sono riusciti, ma questa è un’altra storia.

Leggo poi che per la prossima edizione, la gestione della festa passerà alla Fondazione Goldoni. È stato chiarito che la direzione non sarà subordinata al teatro, ma sarà un’apertura alla collaborazione dei tanti luoghi dove si fa spettacolo. Mi ha fatto piacere leggere questa precisazione e, nell’augurarmi che sua davvero così, e spero anche che la stessa Fondazione finisca in mano a persona capace e di qualità perché ci vorrebbe proprio un grande direttore artistico.

Sinceramente per quanto riguarda Effetto Venezia, però, troverei più giusto avere, come già scrisse Mimmo Rosa nel suo articolo del 15 aprile sempre sul nostro blog, una Fondazione ad hoc o comunque un gruppo di persone competenti, preparate e con esperienza che – in sinergia con tutte le realtà culturali della città – lavorino solo alla programmazione della manifestazione.

Questo perché la kermesse è certamente la festa più cara ai livornesi, ma è anche turismo, artigianato, concerti, spettacoli, perfomance, danza e molto altro. Oltretutto la nostra è una città che ha un sottobosco culturale vivacissimo, grazie al quale, nonostante le varie difficoltà di coordinamento e di gestione da parte dell’amministrazione, ogni anno la festa ne è venuta fuori bene. Pensate ai vari gruppi musicali, attori, artigiani e artisti di vario genere che anche quest’anno hanno contribuito a dare spessore all’evento.

La scelta della dedica a Livorno, quindi una festa nel nome di Amedeo Modigliani e Pietro Mascagni, non può far altro che piacere: sono personaggi che amo e che per troppo tempo ci siamo dimenticati fossero livornesi. E poi Beppe Orlandi, Armando Picchi, gli scarronzoni e molti altri.

Come non apprezzarne la memoria? Spero che non rimangano “vivi” solo per questo periodo e poi come sempre tornino sepolti nei luoghi più nascosti.

Girando per le strade della Venezia si respira la vera aria livornese, e mi piace pensare che si sentano le voci di tutti questi personaggi: se potessero davvero parlare però, sarebbero molto arrabbiati con noi, per come sono stati dimenticati ed anche per come vengono ricordati.

Livorno è vero che è meravigliosa e i cittadini ci credono, è vero che abbiamo delle pepite d’oro, ma se l’amministrazione e la classe politica non ne è convinta e se chi ci governa non ci aiuta a far fruttare queste bellezze, serve a ben poco crederci.

Speriamo che la XXX edizione di Effetto Venezia ci mostri dei fatti e non solo parole e slogan!

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